Nell'ambito di un'alimentazione sana e soprattutto equilibrata, risulta generalmente corretto l'introito di nutrienti necessari all'organismo per espletare le proprie funzioni vitali. Ma molto spesso, sia per le cattive abitudini, sia per la qualità degli alimenti e per la loro cattiva conservazione, sia per mancanza di tempo, ma anche per il fatto che con l'avanzare dell'età l'organismo assorbe con meno facilità i nutrienti a causa di particolari condizioni patologiche, è molto facile andare incontro a deficit nutrizionali, talvolta molto dannosi e rischiosi per la salute stessa dell'organismo. Quali ad esempio i più comuni deficit nutrizionali?
1.VITAMINA D Il deficit di questa vitamina liposolubile, come dimostrano evidenze scientifiche, risulta nel 50% della popolazione mondiale, soprattutto tra i paesi nordici e tra quelle persone con ridotta esposizione alla luce solare. Tra i vari segni clinici tipici di questo deficit nutrizionale, soprattutto diffuso tra gli over 50, ci sono obesità, patologie della pelle, fragilità ossea e debolezza del sistema immunitario. È importante apportare vitamina D sia con l'esposizione solare, ma anche attraverso l'alimentazione con alimenti come salmone, tonno, funghi, fegato bovino ed evitando cibi processati, spesso caratterizzati dalla presenza di glifosati, composti che interferiscono con gli enzimi responsabili dell'attivazione della Vitamina D a livello epatico e renale.
2.OMEGA-3 Il deficit di questi acidi grassi polinsaturi, nella loro forma bioattiva EPA e DHA, è correlato ad un aumentato rischio di mortalità soprattutto nei paesi occidentali, dove invece è molto più elevato l'introito di acidi grassi omega-6, proifiammatori e inclusi in alimenti come gli oli vegetali, carni grassi e cibi fritti. Il rapporto ideale tra omega 3 e omega 6 dovrebbe essere in genere 1:1, pensate che nella tipica dieta occidentale è 1:20, condizione nettamente proinfiammatoria. Tra gli alimenti più ricchi c'è sicuramente il pesce azzurro, salmone, tonno, merluzzo, ma si trovano anche nella forma di acido alfa linolenico nella frutta secca: purtroppo quest'ultimo viene convertito soltanto per il 15% in DHA bioattivo, che risulta comunque insufficiente.
3.MAGNESIO Circa il 70% della popolazione è deficitaria di questo minerale, importantissimo per numerose funzioni vitali dell'organismo, tra cui i processi di detossificazione da metalli pesanti, salute cardiovascolare e funzioni cognitive. Evidenze scientifiche mostrano la correlazione tra bassi livelli di questo minerale e insulino resistenza, probabilmente perché si ipotizza che tale minerale sia richiesto per la funzione di un enzima chiamato "tirosin-chinasi", implicato nel corretto funzionamento dei recettori insulinici. Per tale ragione lavori scientifici sottolineano la potenziale associazione tra deficit di magnesio e elevato rischio di diabete. È importante assumere, dunque, questo minerale attraverso l'alimentazione: tra gli alimenti più ricchi ricordo la frutta secca, i cereali integrali, il cioccolato fondente e la verdura a foglia.
4.VITAMINA B12 Questa vitamina, chiamata anche colabamina, è fondamentale per numerose funzioni vitali che riguardano soprattutto la produzione di energia, la formazione di vasi sanguigni, la sintesi di DNA e la produzione della mielina cerebrale. Il deficit di questa vitamina è dovuto o alla mancanza di alimenti contenenti vitamina b12 o all'incapacità da parte dell'organismo di assorbirla nella maniera adeguata. Tra i sintomi causati da questo deficit vengono riscontrati problemi cognitivi, apatia, stanchezza, debolezza muscolare e anemia megaloblastica. Evidenze scientifiche mostrano come il deficit di questa vitamina colpisca soprattutto i vegetariani e i vegani, in quanto tale vitamina si trova nei prodotti di origine animale e in alcune specie di alghe marine. È importante quando si intraprende un percorso del genere, fare attenzione al deficit di questa vitamina, che molto spesso viene sottovalutata nell'intraprendere diete fai da te: il consiglio personale è quello di prestare molta attenzione, o meglio rivolgersi ad un professionista del settore.
5.FERRO Il ferro è un minerale chiave in quanto è parte costituente di proteine ed enzimi coinvolti nel trasporto dell'ossigeno, tra cui l'emoglobina, ed è importante per la regolazione della crescita e della differenziazione cellulare. In caso di deficit nutrizionale di ferro, maggiormente diffuso tra i bambini e le donne, i sintomi più comunemente avvertiti sono stanchezza, debolezza immunitaria, anemia. Tale deficit riguarda circa un quarto della popolazione mondiale ed è tanto grave come l'eccesso e l'accumulo di ferro nell'organismo. Bisogna prestare attenzione massima alle quantità di ferro introdotte nell'organismo ed è sempre bene ogni tanto effettuare analisi appropriate, come il test della ferritina, per valutare i livelli di questo minerale. Tra le fonti migliori di ferro ricordo la carne rossa, i molluschi, i fagioli, i semi oleosi, ma anche broccoli, cavolo e spinaci. È bene sottolineare come l'aggiunta di vitamina C è importante nel migliorare l'assorbimento di questo minerale a livello intestinale.
6.IODIO È stimato che circa il 40% della popolazione mondiale è deficitaria di questo micronutriente, che è importante non solo per un corretto funzionamento della tiroide, ma anche per varie funzioni metaboliche, ed evidenze scientifiche hanno mostrato la correlazione tra introito insufficiente di iodio e l'insorgenza di numerose patologie, tra cui anche quelle tumorali. Tra gli alimenti ricchi di questo nutriente ricordo il pesce, il latte e derivati, le uova; tuttavia le quantità possono variare in base a vari fattori, per cui è bene inserirlo nella propria alimentazione anche mediante il sale iodato, sempre con molta attenzione in quanto si tratta sempre di sale, contenente dunque elevate quantità di sodio, non indicato per chi soffre di ipertensione.
FONTI: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12520530 http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18400738 http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23356638 http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24667752 http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18411381/ http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22364157 http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25839058 http://www.mdpi.com/2072-6643/5/10/3910 http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20536778 http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18498676 http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/1581009 http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18390780