Insieme al cervello e al cuore, il fegato è uno degli organi più sottoposti a stress nel nostro organismo, non a caso rappresenta la vera e propria centrale metabolica, che lavora continuamente contribuendo ad eliminare tossine e scarti metabolici e ormonali presenti in circolo, a mantenere costanti i livelli lipidici e ad assicurare una digestione ottimale. Proprio alla base di questo lavoro intenso esercitato, l’alimentazione può influire positivamente o negativamente sul corretto funzionamento di quest’organo.
Occorre premettere che le famose diete detossificanti, tanto sponsorizzate oggi sulle riviste e sui siti web alternativi, caratterizzate da intrugli miracolosi o regimi alimentari pericolosamente restrittivi, non sono scientificamente supportate. (Per saperne di più al riguardo clicca qui).
Esistono però alimenti che, all’interno di un contesto alimentare sano ed equilibrato, sono in grado di apportare effetti benefici a livello epatico, supportando i meccanismi di detossificazione e contribuendo a prevenire l’accumulo di sostanze tossiche.
Come sottolineano diverse evidenze scientifiche, il consumo di alimenti ricchi di carotenoidi è associato ad una migliore funzionalità del fegato, soprattutto nel contribuire a prevenire e combattere la steatosi epatica non alcolica, una delle condizioni patologiche sempre più diffuse nei paesi occidentali, causata molto spesso da una scorretta alimentazione e associata a obesità e diabete di tipo II. Tra tutti i carotenoidi, il licopene è quello associato al più potente effetto antiossidante e protettivo. Una delle migliori fonti di licopene è proprio la passata di pomodoro, uno dei simboli della Dieta Mediterranea; l’aggiunta di olio extravergine d’oliva in tutto ciò è fondamentale per aumentare da 2 a 6 volte l’assorbimento di questo potente antiossidante.
Altri carotenoidi, come il beta-carotene, sono contenuti in carote, zucca, verdura a foglia verde scuro, albicocche, arance. Condire un’insalatona con dell’olio extravergine d’oliva o aggiungere dell’avocado, alimenti ricchi di grassi monoinsaturi (quelli "buoni"), favorisce una maggiore assorbimento di carotenoidi.
Un composto contenuto nel limone, chiamato limonene, come evidenziano studi scientifici, può contribuire a migliorare la produzione di glutatione a livello epatico, un altro composto fondamentale coinvolto nei processi di detossificazione nel fegato. Il limonene è situato soprattutto a livello della parte esterna del limone: sarebbe un'ottima idea grattugiarne un po’ e aggiungerla nelle vostre ricette. In questi casi è sempre preferibile scegliere limoni da coltivazione biologica, perché è proprio nella parte esterna del frutto che si concentrano le maggiori quantità di pesticidi.
La curcumina, il principio attivo contenuta nella curcuma, la nota spezia indiana di colore giallo, come dimostra uno studio recentissimo pubblicato sulla rivista Oxidative Medicine and Cellular Longevity, può rivelarsi efficace nel prevenire e nel combattere i danni epatici causati dall’assunzione di alcol, tipica dei bevitori cronici. Inoltre questo composto è in grado di espletare una potente azione antinfiammatoria e antitumorale. Ricordo però come l’utilizzo di questa spezia non è indicato per i soggetti affetti da calcolosi biliare, in quanto la curcuma è in grado di stimolare il rilascio di bile a livello della cistfellea, provocando ulteriori danni in una condizione preesistente come questa. Al contrario potrebbe contribuire a prevenire tale condizione patologica in soggetti sani.
Molte erbe aromatiche, come ad esempio il tarassaco, contengono composti, talvolta amarognoli, dal potente effetto antiossidante in grado di supportare i processi di detossificazione a livello epatico.
C’è comunque da sottolineare come l’effetto di questi alimenti sia efficace all’interno di un contesto alimentare sano ed equilibrato. A tal proposito numerosi, studi scientifici evidenziano come una maggiore adesione alla Dieta Mediterranea sia associata ad una migliore funzionalità epatica e possa contribuire significativamente a ridurre i rischi di danni al fegato e di steatosi epatica non alcolica. In particolare, in un lavoro recente condotto da un gastroenterologo calabrese, il Dott. Ludovico Abenavoli, è stato evidenziato come l’adesione per 6 mesi alla Dieta Mediterranea integrata con gli estratti di Cardo Mariano (Silybum marianum), una pianta che cresce spontaneamente in varie zone del Mediterraneo, da parte di soggetti in sovrappeso con steatosi epatica non alcolica sia associata non solo ad un riduzione di peso, circonferenze e di livelli di colesterolo e trigliceridi, ma anche ad una diminuzione degli accumuli lipidici all’interno del fegato.
In effetti, già diversi studi in passato avevano dimostrato l'azione epatoprotettiva esercitata da diversi composti contenuti negli estratti di questa pianta, come in particolare dalla silimarina, composto in grado di inibire la perossidazione lipidica e potentissimo antiossidante. Tuttavia, ancora una volta, si denota in tutto ciò il ruolo cruciale della Dieta Mediterranea nel prevenire e nel combattere condizioni patologiche anche a livello epatico.
Dunque questi sono soltanto alcuni esempi di come molti alimenti possano esplicare effetti benefici nei confronti della salute del fegato, tuttavia è importante sottolineare come tutto ciò debba essere CONTESTUALIZZATO nell’ambito di una sana e corretta alimentazione per poterne trarre gli effettivi benefici.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26881029
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4465602/
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