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  • Dott. Daniele Basta

Le proprietà anti-aterosclerosi della liquirizia


Il consumo della radice di liquirizia è diffuso in tutto il mondo, viene spesso utilizzata come spezia o dolcificante in vari prodotti da forno o consumata semplicemente come una semplice caramella. Nonostante le proprietà benefiche di questa radice fossero note già nella medicina tradizionale, negli ultimi 20 anni, diverse evidenze scientifiche ne hanno evidenziato importanti proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, grazie alla presenza di numerosi composti fenolici contenuti al suo interno.


Il principio attivo tipico di questa radice è la glicirrizina, un composto dal sapore dolce (circa 50-100 volte superiore al convenzionale saccarosio), che conferisce il tipico potere ipertensivo di questa radice. Proprio a causa di questa specifica proprietà è sempre bene limitarne il consumo da parte di soggetti affetti da pressione alta.

Tuttavia, il consumo di liquirizia potrebbe rivelarsi utile anche nel contrastare e rallentare i processi di aterosclerosi conferendo un’importante protezione nei confronti delle patologie cardiovascolari, al primo posto tra le cause di morte nella società occidentale.


In uno studio del 2002 pubblicato sulla rivista Nutrition è stato visto come una supplementazione con 100 mg di estratto di radice di liquirizia da parte di pazienti con ipercolesterolemia abbia contribuito a ridurre i livelli di colesterolo del 5%, delle lipoproteine LDL del 9%, dei trigliceridi del 14% e, nello stesso tempo, a diminuire i livelli di aterosclerosi attraverso un minor grado di ossidazione e di aggregazione delle lipoproteine LDL, fattore determinante nei processi aterosclerotici.


Ma quali sarebbero i risultati se si andasse a valutare lo spessore medio-intimale della carotide, un esame semplice e non invasivo, attraverso il quale può essere valutato il grado di aterosclerosi in pazienti con patologie croniche come diabete, obesità o patologie cardiovascolari?


Bene, a pensarci sono stati alcuni ricercatori israeliani che hanno pubblicato uno studio nel 2016 nel quale 110 pazienti con ipercolesterolemia, in assenza di altre condizioni patologiche come ipertensione, diabete mellito e cardiopatia ischemica, sono stati suddivisi in due gruppi: in uno sono stati consumati 200 mg di estratto di liquirizia giornaliero e nell’altro un semplice composto placebo per un totale di 12 mesi. Sia all’inizio che alla fine dello studio è stato valutato lo spessore medio-intimale attraverso una semplice ecografia.

I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Food & Nutrition Research e hanno evidenziato come coloro che avevano consumato i 200 mg di estratto di liquirizia giornalieri presentassero una significativa riduzione nello spessore medio-intimale della carotide, una riduzione dei livelli di colesterolo totale, di quelli delle lipoproteine LDL e una diminuzione della pressione sistolica e della diastolica rispetto a coloro che avevano introdotto il composto placebo.


I meccanismi alla base di tale effetto associato al consumo di liquirizia sono riconducibili alla potente attività antiossidante dei composti contenuti all’interno di questa radice, che si riflettono in una ridotta ossidazione delle lipoproteine LDL, in una diminuzione della formazione di macrofagi “schiumosi” (cellule tipiche dei processi aterosclerotici), e dunque in una riduzione dei livelli in generale di aterosclerosi. Nello stesso tempo tali composti sono in grado di espletare un’importante azione antinfiammatoria inibendo l’espressione delle ciclossigenasi (COX-2).


Risultati sicuramente importanti che evidenziano il potente effetto che questa radice potrebbe avere nel contrastare e nel rallentare i processi aterosclerotici e il ruolo che la liquirizia potrebbe avere, nonostante siano necessari ulteriori studi clinici, nelle terapie anti-aterosclerotiche in pazienti con ipercolesterolemia.

QUESTA RADICE CRESCE SPONTANEAMENTE IN ANCHE IN ITALIA


In Italia questa radice trova localizzazione soprattutto in Calabria, a livello della costa ionica nell'area appartenente ai comuni di Castrovillari, Corigliano e Rossano, dove la natura del suolo ed il clima contribuiscono alla crescita spontanea della liquirizia, divenuta oggi, un vero e proprio punto di forza dell'esportazione calabrese nel mondo.


Ovviamente per le proprietà ipertensive, è da consumare con cautela o da essere completamente esclusa per coloro che soffrono i pressione alta, in quanto andrebbe solamente ad aggravare il quadro patologico. Il consumo di questa radice è inoltre sconsigliato in gravidanza, in quanto è associato a nascita prematura, nonostante occorrano ulteriori studi a confermare tutto ciò.

 

Fonti:

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24963489

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4845696/

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11882402

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