top of page
Dott. Daniele Basta

Bruciare i grassi con gli alimenti? Si, si può. La scienza dietro il ruolo del grasso bruno


L’unico modo naturale in cui il nostro organismo brucia naturalmente grassi per generare calore è quello della termogenesi indotta dal grasso bruno. Questa particolare tipologia di tessuto adiposo, a differenza di quello bianco che si accumula a livello addominale, risiede principalmente a livello delle scapole e del collo dove viene letteralmente consumato per generare calore nell’organismo in presenza di temperature esterne fredde.


Fino a 15 anni fa il grasso bruno era considerato biologicamente attivo solo nei neonati e nei bambini piccoli, ma evidenze scientifiche più recenti hanno dimostrato come sia presente e metabolicamente attivo anche negli adulti.


Un lavoro del 2013 pubblicato sulla rivista the Journal of Clinical Investigation fu il primo studio ad evidenziare come l’attivazione del grasso bruno possa promuovere la perdita di massa grassa in adulti sani mediante l’esposizione a temperature fredde. In particolare, i soggetti che furono sottoposti a due ore di esposizione al freddo ogni giorno per 6 settimane, rispetto agli altri, mostrarono una significativa riduzione della massa grassa.



Nonostante questa rappresenta la prima vera dimostrazione che si può perdere massa grassa durante un’esposizione al freddo, si tratta pur sempre di una pratica non proprio comoda da attuare nella vita di tutti i giorni per perdere peso. A tal proposito, evidenze scientifiche fortunatamente hanno dimostrato come il nostro grasso bruno può essere attivato anche da alcuni componenti naturali presenti negli alimenti.


Il consumo di specifici alimenti è associato ad un’attivazione termogenica del grasso bruno, proprio come se l’organismo fosse esposto a temperature fredde.

A tal proposito, uno degli alimenti che ha mostrato notevoli proprietà termogeniche è il peperoncino, caratterizzato dalla presenza di capsaicina, il composto bioattivo responsabile del sapore piccante di questo alimento.


In un lavoro del 2013 pubblicato sulla rivista Current Opinion Lipidology fu evidenziato come 30 minuti dopo l’introduzione di 9 mg di capsinoidi (l’equivalente di 1 peperoncino Jalapeno) da parte di adulti sani fu registrato un incremento del dispendio energetico mediante attivazione del grasso bruno.



Tutto questo può realmente risultare utile durante un dimagrimento.

Ai fini della perdita di peso, generalmente, durante una restrizione calorica prolungata e soprattutto in assenza di esercizio fisico si assiste ad un rallentamento del metabolismo basale, ovvero la quantità di calorie necessarie all’organismo per soddisfare le funzioni vitali, tutto ciò rende meno efficace il dimagrimento. Ma, come evidenza un lavoro del 2013 il consumo di 2.56 mg di capsaicina durante i pasti, meno della metà di un cucchiaino in polvere, è sufficiente a contrastare il tipico rallentamento del metabolismo in presenza di una restrizione calorica e, nel contempo, a promuovere l’ossidazione lipidica.


Tale attività sul dispendio energetico del peperoncino è nota sin dagli anni 80’, ma solo negli ultimi anni è stato evidenziato come il tutto avvenga mediante l’attivazione del grasso bruno.

In natura esistono tanti composti simili alla capsaicina in grado di esplicare attività termogenica del genere come la piperina del pepe nero, il mentolo della menta, le catechine del tè verde, il gingerolo e lo shogaolo dello zenzero, ma ancora non sono stati testati direttamente sull’uomo, come invece è avvenuto per la capsaicina.



Tutto ciò comunque evidenzia il ruolo anti-obesità della capsaicina mediante attivazione termogenica del grasso bruno. È come se una regolare assunzione di peperoncino possa simulare un’esposizione cronica al freddo dell’organismo con attivazione del grasso bruno, senza doversi congelare alle basse temperature.


Attenzione al consumo di peperoncino soprattutto per coloro che soffrono di acidità di stomaco, reflusso gastroesofageo e infiammazioni intestinali, in quanto potrebbe soltanto peggiorare la situazione.


Esistono altri alimenti in grado di stimolare l’attivazione del grasso bruno e sono quelli ricchi in L-arginina, nonostante la maggior parte degli studi sia stata condotta su modelli animali e in vitro.



L’arginina è un amminoacido è in grado di indurre la crescita e stimolare l’attività del grasso bruno nei mammiferi mediante meccanismi che coinvolgono l’espressione genica, la produzione di ossido nitrico e la sintesi proteica.


Dunque, in ottica di dimagrimento può essere utile considerare il consumo di alimenti in grado di avere effetti termogenici come quelli appena descritti.

 

Fonti:


2.109 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comments


bottom of page