Oltre alle note proprietà ipertensive naturali, dunque ottima per chi soffre di pressione bassa, la liquirizia possiede straordinarie proprietà antinfiammatorie e antiossidanti. In Italia questa radice trova localizzazione soprattutto in Calabria, a livello della costa ionica nell'area appartenente ai comuni di Castrovillari, Corigliano e Rossano, dove la natura del suolo ed il clima contribuiscono alla crescita spontanea della liquirizia, divenuta oggi, un vero e proprio punto di forza dell'esportazione calabrese nel mondo.
Il principio attivo tipico della liquirizia è la glicirrizina, un composto con notevole potere dolcificante (50-100 volte superiore a quello del normale saccarosio), che conferisce il tipico potere ipertensivo di questa radice. I fenoli, quali timolo e carvacolo, donano alla liquirizia un alto potere antiossidante e, inoltre, la presenza di Isoliquiritigenina (ILN) gioca un ruolo fondamentale nel combattere l'infiammazione. In particolare (solo per i patiti di biochimica) inibisce l'espressione della ciclossigenasi (COX-2), enzima responsabile della conversione delle prostaglandine a partire dall'acido arachidonico. Da qui il potente potere antinfiammatorio della liquirizia.
Nella radice etanolica sono contenuti diversi polifenoli che, come dimostrano diversi studi, possiedono un'azione benefica rallentando i processi aterosclerotici, combattendo lo stress ossidativo, dunque utile per i cardiopatici in assenza di ipertensione.
Secondo diverse evidenze scientifiche, gli estratti di liquirizia si sono particolarmente efficaci nel contribuire a combattere le ulcere gastriche, grazie alla glicirrizina e alla glabridina, composto quest'ultimo, capace anche di inibire la crescita di Helicobacter pylori, il batterio la cui infezione è molto spesso la causa principale di questa condizione patologica.
Le radici di liquirizia , se masticate, sembra che abbiano effetti positivi su chi abbia intrapreso un processo virtuoso per smettere di fumare o per favorire la digestione. Ovviamente per le proprietà ipertensive, è da consumare con cautela o da essere completamente esclusa per coloro che soffrono i pressione alta, in quanto andrebbe solamente ad aggravare il quadro patologico. Il consumo di questa radice è inoltre sconsigliato in gravidanza, in quanto è associato a nascita prematura, nonostante occorrano ulteriori studi a confermare tutto ciò.
Fonti: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24963489 http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24564587 http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17886224
http://www.biochemj.org/content/421/3/473
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