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  • Dott. Daniele Basta

Come leggere le etichette nutrizionali senza essere tratti in inganno


Negli ultimi anni, a causa dei sempre più crescenti tassi di sovrappeso e obesità e patologie croniche e grazie alle opere di sensibilizzazione sulla sana e corretta alimentazione, sono sempre di più i consumatori che prestano maggiore attenzione, anche sotto consiglio degli esperti, alle etichette nutrizionali degli alimenti in commercio. Nonostante ciò le difficoltà e le ambiguità in questo ambito sono frequenti e molto spesso traggono in inganno i consumatori stessi.


Un primo errore è quello di soffermarsi unicamente sulla porzione frontale del prodotto, che spesso contiene claim salutistici, come ad esempio 'ricco di fibre', 'ricco di calcio', 'povero di grassi', distogliendo l'attenzione del consumatore dall'etichetta nutrizionale sul retro. Esistono normative europee che prevedono determinate caratteristiche per la presenza di questi claim, ma ciò non implica che siano la scelta migliore dal punto di vista nutrizionale.

Il tipico esempio è rappresentato dai cereali da colazione, i cui claim sono spesso 'ricchi di fibre' o 'ricchi di ferro', nel contempo però contengono quantità esorbitanti di zuccheri. Dunque, evitando di soffermarsi unicamente sul claim presente nella porzione frontale del prodotto, è invece importante leggere attentamente l'etichetta nutrizionale sul retro insieme alla lista degli ingredienti del prodotto stesso.

Gli ingredienti sono elencati in ordine decrescente a seconda della quantità in cui sono presenti all'interno. Questo significa che il primo ingrediente sarà quello presente in maggiore quantità.


Una buona regola, in generale, è quella di porre attenzione ai primi tre ingredienti, quelli dunque maggiormente rappresentativi, e, nell'eventuale presenza di zuccheri o cereali raffinati oppure oli parzialmente idrogenati, magari scegliere il prodotto più 'salutare' con meno quantità di tali ingredienti.



Nello stesso tempo sarebbero da evitare quei prodotti con più di 3-4 righe di ingredienti, indice di elevato grado di processazione del prodotto alimentare.


Per quanto riguarda i valori dei nutrienti all'interno, molto spesso la singola porzione rappresentata è fuorviante e decisamente minore rispetto alla quantità realmente consumata di quello specifico prodotto, e le case produttrici molto spesso tendono a diminuire e sottostimare sempre di più le quantità delle porzioni rappresentate.


Molte volte alcuni prodotti contengono attributi che possono trarre in inganno il consumatore, ad esempio, l'attributo 'LIGHT' significa che il prodotto è stato processato al fine di ridurre le calorie e i grassi, ma ciò non significa che sia 'sano', in quanto potrebbe sempre avere quantità elevate di zuccheri; altro esempio è 'SENZA ZUCCHERI AGGIUNTI', significa che non sono stati aggiunti zuccheri, ma non preclude che all'interno ci siano zuccheri naturali in quantità eccessive, che comunque hanno un impatto negativo sulla glicemia, come il succo di uva o di mela concentrato (bomba di glucosio, fruttosio e saccarosio messi insieme), nonostante siano naturali. Concetto simile anche per il 'BIOLOGICO', nonostante un prodotto sia tale, non significa che faccia bene e sia il migliore: sicuramente contiene alimenti con meno pesticidi o fertilizzanti utilizzati, ma tuttavia lo zucchero biologico è sempre zucchero, e lo stesso concetto vale per i grassi. Un altro esempio è quello relativo ai prodotti 'SENZA GLUTINE', che sono indispensabili per l'alimentazione dei soggetti celiaci o per le persone intolleranti al glutine, ma non significa che siano le scelte migliori per soggetti che non soffrono di tali patologie e che per 'moda' consumano tali alimenti, anzi, molto spesso questi prodotti, per sopperire alla mancanza di glutine, presentano maggiori quantità di grassi e di conservanti per garantire una migliore realizzazione del prodotto finale.


Altro punto importante è quello di prestare attenzione agli zuccheri che sempre più spesso vengono mascherati con una serie infinita di nomi che le persone faticano a distinguere: sono addirittura più di 200 le tipologie di zuccheri aggiunti negli alimenti processati e nelle bevande dolci, che hanno, chi più e chi meno, impatti negativi sui livelli glicemici dell'organismo.

Tra quelli maggiormente utilizzati tra i prodotti in commercio esistono oltre allo zucchero (normale saccarosio), lo sciroppo di glucosio e fruttosio, lo zucchero invertito, gli zuccheri estratti dalla frutta, lo zucchero d'uva (una miscela di glucosio e fruttosio), mentre tra gli alimenti 'senza zuccheri aggiunti' (come molte marmellate) troviamo spesso succo di mela concentrato, succo d'uva concentrato, zuccheri naturali si, ma con un impatto glicemico altrettanto importante come i precedenti. Ebbene dal punto di vista nutrizionale non vi sono differenze tra i composti citati in precedenza e lo zucchero bianco, non solo dal punto di vista calorico, ma soprattutto nei confronti del forte impatto glicemico e, se assunti quotidianamente in quantità eccessive, a lungo andare possono causare diversi danni metabolici all'organismo.

In conclusione, conviene prestare attenzione e, talvolta, soffermarsi qualche minuto in più sulla lettura delle etichette nutrizionali, le scelte sono tante e ci sono moltissime alternative valide sul mercato, spetta al consumatore, anche con l'aiuto di un esperto del settore, imparare a scegliere quelle migliori e più adatte alla propria salute.




 

Fonti: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23308399 http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24913496 http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21241532 http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22440538

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