Negli ultimi anni è andata sempre più diffondendosi la moda delle Diete Detossificanti, divenute popolari grazie ad un vero e proprio bombardamento dei media, specie in periodi nei quali magari c'è stata la tendenza ad eccedere un po' con il cibo, proprio come queste feste natalizie in fase di conclusione. L'idea portante che caratterizza questa moda alimentare è proprio quella di ripulire l'organismo da scorie e tossine attraverso il consumo unicamente di frutta e verdura, digiunando per periodi variabili di tempo, eliminando spesso grano e latticini, talvolta carne, ed evitando alcol e caffeina. Il periodo di 'detossificazione' può durare da 1 giorno a 1 mese, promettendo e reclamizzando risultati eccellenti sulla salute, tra cui perdita di peso, digestione migliore, pelle e capelli più sani, sistema immunitario più forte e più energia a disposizione per l'organismo.
Purtroppo, tutto ciò non è mai stato scientificamente supportato e l'attributo "DETOSSIFICANTE" ha subito nel tempo un vero e proprio abuso mediatico, soprattutto nel campo alimentare, traendo in inganno i consumatori e reclamizzando la 'depurazione' dell'organismo dalle scorie tossiche e il raggiungimento di un peso corporeo ideale in tempi miracolosi, trasformandosi cosi in un vero e proprio business.
È il caso di fare un po' di chiarezza. Le tossine sono sostanze potenzialmente dannose che possono essere accidentalmente ingerite o inalate, con la capacità di accumularsi in diversi tessuti dell'organismo.
Tra queste ricordo, ad esempio, l'acrilamide (il composto tipico che si forma durante la cottura di alimenti ad alte temperature, come la frittura), il bisfenolo A (contenuto nei contenitori di plastica), il triclosano (utilizzato come antibatterico e presente in saponi e dentifrici), ecc.. Fortunatamente in tutto ciò, il nostro organismo è in grado, in condizioni di normalità, di smaltire giornalmente questi composti tossici attraverso dei meccanismi che coinvolgono i reni, importanti nei processi di filtrazione, ma soprattutto il fegato, essenziale nei processi di metabolizzazione ed escrezione di queste sostanze dannose. Se l'organismo umano accumulasse quantità eccessive di tossine senza riuscire ad eliminarle, sarebbe veramente in condizioni critiche.
Detto ciò, è facile intuire come il concetto di DETOSSIFICAZIONE attribuito ad una dieta o ad un regime alimentare sia irrazionale e fuorviante. Basterebbe seguire una dieta equilibrata in modo da supportare in maniera adeguata le funzionalità epatiche, evitando di affaticarle, come ad esempio potrebbe avvenire ingerendo elevate quantità di bevande alcoliche o consumando cibi estremamente processati.
La restrizione calorica che caratterizza la maggior parte di queste diete, a lungo andare, può peggiorare la situazione, causando perdita di massa muscolare, anziché di quella grassa, e apportando debolezza, stanchezza, disidratazione, indebolendo, inoltre, il sistema immunitario.
Quasi tutte queste diete detossificanti, come scritto in precedenza, prevedono il consumo (quasi o totalmente unico) di quantità ingenti di frutta e verdura: conosciamo tutti i benefici che apportano queste tipologie di alimenti, tra cui fibre, vitamine, minerali e antiossidanti, ma non possono da sé costituire una dieta equilibrata in grado di soddisfare le richieste (soprattutto energetiche) dell'organismo. Anzi, l'apporto ingente di fibre, in elevate quantità, è in grado di ridurre e minimizzare l'assorbimento di minerali e vitamine contenuti nelle stesse o in alimenti consumati in netta minoranza, causando potenzialmente gravi deficit nutrizionali all'organismo.
Molto spesso, si tratta di diete basate sull'assunzione di centrifugati atti a sostituire interi pasti e quello che si rischia è proprio di non avere apporti nutrizionali adeguati dei macronutrienti quali carboidrati, grassi, ma soprattutto proteine.
Spesso,seguendo un regime del genere, si osserva inizialmente un rapida diminuzione di peso, ma, come ho scritto in precedenza, riconducibile a perdita di liquidi, di glicogeno muscolare (le riserve di carboidrati dell'organismo) e di proteine muscolari, anziché dei depositi adiposi. È allora in questi casi che si osservano le conseguenze tipiche che sono stanchezza, debolezza, sonnolenza e, una volta terminato il programma 'detossificante', si torna all'alimentazione abituale che trascina con sé i chili persi in precedenza. In molti casi, inoltre, l'astinenza eccessiva da carboidrati tipica di queste diete restrittive, sfocia in pericolosi disturbi del comportamento alimentare con conseguenze drastiche sul metabolismo e sul peso corporeo.
L'esclusione di interi gruppi alimentari, come pasta, pane, latte e derivati o talvolta carne, tipica di queste diete non è scientificamente supportata e potrebbe rivelarsi potenzialmente dannosa per l'organismo, limitandone le quantità di nutrienti necessari ai fabbisogni nutrizionali. Il discorso è differente in presenza di allergie e intolleranze, dove è necessario escludere specifici alimenti per non incorrere in reazioni inverse.
Esistono comunque alimenti che inseriti in maniera adeguata all'interno di un'alimentazione equilibrata sono in grado di supportare i meccanismi di detossificazione e prevenire l'accumulo di sostanze tossiche. Un esempio sono le verdure crucifere, come broccoli, cavolo, verza, ricche di antiossidanti indispensabili per il corretto meccanismo delle funzionalità epatiche, oppure prezzemolo e coriandolo, contenenti composti in grado di chelare i metalli pesanti prevenendone l'accumulo all'interno dell'organismo. Il tutto però ha senso soltanto all'interno di un contesto alimentare sano, vario ed equilibrato, in grado di soddisfare tutti i reali fabbisogni dell'organismo.
La verità è che dopo un periodo dove magari si è ecceduto un po' troppo con il cibo, basta riprendere la propria vita regolare e, come sempre, alimentarsi in maniera sana ed adeguata, in modo da soddisfare tutti i bisogni energetici e nutrizionali dell'organismo, limitando il consumo di cibi processati, bevande dolci ed alcolici e, nel contempo, praticando una regolare attività fisica.
Alla luce di tutto ciò, non aveva tutti i torti il Dott. Edzard Ernst della Exter University ad affermare sulla rivista The Guardian circa un anno fa queste parole:
"ci sono due accezioni del termine 'detossificazione': una è plausibile, mentre l'altra non lo è. Quella plausibile riguarda il trattamento clinico di pazienti con dipendenza da droga; la seconda è l'accezione utilizzata da ciarlatani e imprenditori nel vendere trattamenti fasulli atti a disintossicare presumibilmente l'organismo dalle tossine accumulate".