Il digiuno, ovvero l’introito di porzioni minime o nulle di cibo e di bevande, è una pratica che risale a tempi antichissimi, talvolta obbligata a causa della mancanza di cibo, e ancora oggi è di uso comune soprattutto in ambito religioso. Tuttavia, soprattutto negli ultimi anni, questa pratica è divenuta abbastanza popolare tra i media per la sua potenziale efficacia nei confronti della perdita di peso e delle patologie croniche moderne.
Innanzitutto c’è da premettere come la maggior parte degli studi sul digiuno presenti in letteratura scientifica siano stati effettuati su modelli animali, ovvero roditori, scimmie, vermi e sono ancora molto pochi gli studi clinici effettuati sull’uomo. Tuttavia molti risultati sembrano davvero molto promettenti.
Come evidenzia una review pubblicata nel 2014 sulla rivista Cell Metabolism, il digiuno nei topi, può contribuire a combattere cardiopatie, tumori, diabete, patologie neurodegenerative, mentre nell'uomo può aiutare a combattere obesità, ipertensione e artrite reumatoide, rivelandosi una potenziale arma nel ritardare l’invecchiamento e nel prevenire le patologie metaboliche croniche tipiche dei giorni nostri.
I maggiori effetti del digiuno nei confronti dell’uomo riguardano il cambiamento dei livelli di IGF-1 (Insulin-like growth Factor-2, fattore di crescita simile all’insulina), di IGFBP1 ( insulin-like growth factor binding protein 1- la proteina legante il fattore di crescita simile all’insulina), di glicemia e di insulina, i cui valori elevati sono associati agli effetti negativi tipici delle patologie croniche.
È bene sottolineare come il fattore IGF-1 è normalmente riscontrabile, in quantità variabile, in latte e derivati e, in quantità minore, nelle carni, la cui assunzione eccessiva e regolare, come dimostrano varie evidenze scientifiche, può avere effetti negativi in diverse condizioni patologiche, dall’acne a stati tumorali.
Uno dei potenziali meccanismi d'azione ipotizzati messi in atto dal digiuno, è proprio quello di stimolare una risposta adattativa di stress da parte dell'organismo, tale da combattere i processi metabolici danneggiati alla base della condizione patologica.
Questa pratica, come sottolineano gli stessi studi, è stata eseguita sotto STRETTO e COSTANTE monitoraggio e in cliniche adeguate, non è assolutamente da praticare ‘fai da te’ ed è da evitare da parte di bambini, pazienti diabetici, donne in gravidanza e soggetti anziani.
Purtroppo, ad oggi gli studi sull’uomo NON sono sufficienti al riguardo, nonostante sembrerebbe che il digiuno possa avere effetti positivi nei confronti della salute contribuendo a combattere e a prevenire le patologie corniche tipiche della nostra era.
Occorrono, infatti, molti più studi per verificare la compatibilità di questa pratica con lo stile di vita delle persone e gli eventuali effetti a lungo termine, tenendo presente anche l'impatto psicologico che una pratica del genere potrebbe avere su una persona.
Detto ciò, mi preme sottolineare che comunque in letteratura scientifica sono presenti molti più studi clinici, dove la perdita di peso e il ripristino dei valori ottimali di glicemia, IGF-1, insulina, colesterolo, trigliceridi, ecc., sono stati raggiunti attraverso un’alimentazione sana, nutrizionalmente completa e caratterizzata da restrizione calorica non eccessiva, come quella tipica del digiuno.
QUALI SONO I RISCHI ASSOCIATI AL DIGIUNO?
Ribadisco ancora una volta come il digiuno effettuato negli studi in letteratura sia stato strettamente monitorato. Secondo altrettante evidenze, il digiuno, nella pratica fai da te, potrebbe apportare diversi rischi alla salute.
Il primo effetto collaterale è la disidratazione, in quanto il mancato apporto di acqua attraverso il cibo, depaupera le riserve idriche dell’organismo. Non è un caso che i Musulmani prima di iniziare il Ramadan bevono tantissima acqua. Inoltre, nonostante possa essere perso del peso in tempi brevi, nella maggior parte dei casi è quello relativo a liquidi e non a massa grassa, che rimane invariata. Purtroppo gli effetti a lungo termine del digiuno sulla composizione corporea devono essere valutati, non sono sufficienti gli studi a disposizione ancora.
Il saltare d’un tratto i pasti e digiunare, potrebbe incrementare i livelli di stress dell’organismo, con potenziali effetti negativi sul sonno.
L'introito insufficiente di alimenti, a lungo andare, è associato alla perdita di massa muscolare. L'organismo, dopo aver terminato le scorte di glicogeno epatico e muscolare, utilizza gli aminoacidi provenienti dal catabolismo proteico a livello muscolare e, solo in ultima istanza, mobilizza i grassi dai depositi lipidici. Il risultato è una perdita significativa di massa muscolare, che è associata a fatica e maggiore senso dell'affaticamento.
Altro potenziale effetto collaterale associato al digiuno è un'aumentata acidità gastrica; nonostante non si immetta cibo nello stomaco, anche il profumo di pietanze o il solo pensiero al cibo, può indurre il cervello a inviare segnali a livello gastrico, mirati ad aumentare le secrezioni gastriche nello stomaco.
Il digiuno fai da te potrebbe, inoltre, causare pericolosissimi deficit nutrizionali che potrebbero mettere seriamente a rischio la salute dell’organismo e potenzialmente peggiorare le condizioni fisiopatologiche preesistenti.
Inoltre, i periodi di digiuno possono contribuire all’instaurarsi di disturbi del comportamento alimentare in molti soggetti, peggiorando di gran lunga la situazione iniziale, con effetti negativi sullo stato psicologico della persona.
Fonti:
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26135345
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3946160/
http://www.pnas.org/content/111/47/16647.full
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC156352/
http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1934590914001519