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  • Dott. Daniele Basta

Quali sono le verdure più antitumorali?



Secondo le raccomandazioni internazionali è necessario consumare giornalmente 2-3 porzioni di verdura per poter beneficiare al meglio delle sue proprietà, tra cui la tanto reclamata attività antitumorale. Effettivamente sono più di 250 gli studi epidemiologici che hanno evidenziato come un’alimentazione ricca di frutta e verdura è associata ad un rischio minore di sviluppare tumori.


Ebbene, come dimostrano evidenze scientifiche, diverse tipologie di verdure sono efficaci nel prevenire e nel combattere differenti tipi di tumori, talvolta situati anche a livello dello stesso organo. Per esempio, come evidenzia uno studio del 2011, il consumo di cavoli, cavolfiori, broccoli e di verdure crucifere in generale, è associato ad un minor rischio d’incidenza di tumore al colon prossimale e distale, mentre il consumo di carote, zucca e mele è correlato ad una minor incidenza di tumore a livello del colon rettale.



A dimostrare l’efficacia di alcune tipologie di verdure sulla crescita di differenti linee cellulari tumorali è stato uno studio pubblicato nel 2009 sulla rivista Food Chemistry: in particolare è stato valutato, in vitro, l’effetto dell’estratto di 34 comuni verdure nei confronti di 8 differenti tipi di cellule tumorali umane, ovvero di tumore al seno, di tumore cerebrale, di tumore al pancreas, di tumore al rene, di tumore al polmone, di tumore alla prostata, di tumore gastrico e di glioblastoma. I risultati hanno evidenziato come molte comuni verdure utilizzate nei Paesi Occidentali come patate, lattuga e pomodori hanno un lieve effetto sulla proliferazione delle cellule tumorali, mentre altre hanno un effetto straordinario bloccando del tutto questo fenomeno.


Per citare un esempio (vedi figura in basso), tratto dallo stesso studio, nel caso del carcinoma mammario, verdure come melanzane, carote, pomodori, finocchi, cavolo cinese, indivia e lattuga romana sono risultate pressoché inefficaci nei confronti della proliferazione delle cellule tumorali; verdure come peperone arancione, zucchine, radicchio, patate dolci e barbabietola rossa hanno invece contribuito a dimezzare la proliferazione tumorale; mentre verdure come broccoli e cavoli hanno ridotto quasi completamente la proliferazione cellulare tumorale e sorprendentemente verdure come cavolfiore, cavolini di Bruxelles, cipolla verde, aglio e porro hanno bloccato totalmente la proliferazione delle cellule tumorali di carcinoma mammario.

Da questo straordinario lavoro è emerso come le verdure crucifere e quelle appartenenti al genere Allium (porro, cipolla e aglio su tutti) esplichino un vero e proprio effetto antitumorale nei confronti della maggior parte delle cellule tumorali testate, riducendone significativamente o bloccandone totalmente la proliferazione.


Per quanto riguarda le crucifere tale effetto inibitorio è associato al contenuto in glucosinolati, composti che vengono convertiti in isotiocianati, come il sulforafano, fitonutriente noto in letteratura nel bloccare la crescita delle cellule tumorali. Mentre per quanto riguarda l’effetto protettivo dell’aglio è da ricondurre alla formazione di composti organo-solforici come l’allicina, dalle note proprietà non solo antitumorali, ma anche antibatteriche e antinfiammatorie.



Nonostante si tratti comunque di uno studio effettuato su cellule tumorali in laboratorio, sono tanti gli studi epidemiologici che associano il consumo di verdure ad una minore incidenza di tumori.

Il messaggio chiave evidenziato in questo lavoro è quello di consumare un’ampia varietà di verdure, senza soffermarsi su un’unica tipologia. I ravanelli ad esempio non si sono rivelati efficaci nel bloccare la proliferazione di cellule di tumore pancreatico, sebbene fossero risultate efficaci al 100% nel bloccare quella delle cellule di tumore gastrico. Un’alimentazione varia, contenente differenti tipologie di verdure è fondamentale per una prevenzione efficace nei confronti delle patologie tumorali.

 

Fonti:

http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0308814608006419

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21963014

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