L'aceto di mele, oltre ad avere un bassissimo contenuto calorico (3 Kcal a cucchiaio), contiene elevate quantità di potassio e antiossidanti e, come dimostrano tantissimi studi, possiede numerosi effetti benefici nei confronti della salute, alcuni dei quali veramente impressionanti. Eccovi i più significativi provati scientificamente.
1. Può contribuire significativamente alla perdita di peso
Pensate che il consumo di aceto di mele come arma mirata alla perdita di peso risale al 1820. Nel corso degli anni però diverse evidenze scientifiche hanno mostrato come un suo consumo sia associato ad un significativo aumento del senso di sazietà ed è stato dimostrato come, a lungo andare, coloro che lo aggiungono giornalmente alle loro pietanze diminuiscono l'introito calorico giornaliero di 200-275 Kcal, calorie che potrebbero rivelarsi un fattore importante in una potenziale perdita di peso. Ma non solo…. Parentesi scientifica... L’aceto, scientificamente parlando, è considerato una soluzione di acido acetico, composto che è associato, come dimostrano vari studi in vitro, all’attivazione di una proteina chiamata AMP chinasi (AMPk). Questa proteina è una sorta di indicatore energetico per il nostro organismo e, una volta attivata, promuove un’azione catabolica nei confronti dei depositi lipidici. In poche parole, una volta attivata, l’AMPk favorisce la produzione di energia a partire dai grassi, semplicemente aiuta a bruciarli anzichè depositarli. Bene, l’acido acetico presente nell’aceto di mele è associato ad un aumento di questa proteina, il che potrebbe rivelarsi un’ottima arma per la perdita di peso da parte di soggetti obesi o in sovrappeso.
Pensate che in uno studio del 2009, pubblicato sulla rivista Bioscience, Biotechnology and Biochemistry, è stato visto come il consumo di 15-30 ml al giorno di aceto di mele, da parte di soggetti obesi giapponesi, ha contribuito in maniera significativa alla perdita di peso (da 1,2 a 1,7 Kg) in un periodo di 12 settimane, senza che loro variassero minimamente le abitudini alimentari.
Inoltre, nello stesso studio è stato visto come il consumo di questo stesso alimento fosse associato anche ad una diminuzione della circonferenza-vita e alla riduzione del grasso viscerale e dei trigliceridi ematici. Davvero niente male.
2. Può contribuire a combattere il diabete.
Pensate che l’aggiunta di 3 cucchiai di aceto di mele durante un pasto ricco di carboidrati non solo aiuta a ridurre i livelli glicemici dopo postprandiali, ma, come dimostra un lavoro pubblicato su Diabetes Care nel 2004, può migliorare significativamente la risposta insulinica dopo il pasto in soggetti con insulino-resistenza. In effetti è stato visto come l’acido acetico tipico di questo alimento è associato ad un aumento della concentrazione di glucosio-6-fosfato nel muscolo scheletrico. In poche parole può contribuire a migliorare la sensibilità insulinica, anche con effetti simili a quelli della metformina, il farmaco anti-diabete per eccellenza, e quindi potrebbe rivelarsi un'utilissima arma per i soggetti diabetici o per quelli con sindrome metabolica. Nell'immagine sottostante, che ho riportato direttamente dallo studio sopracitato, sono rappresentate le risposte glicemiche e insuliniche da parte di soggetti normali (Controls), con insulino resistenza (insulin-resistant) e con diabete di tipo 2 (Type 2 Diabetes) in seguito al consumo di aceto di mele (quadratino bianco) e in condizioni di normalità (quadratino nero).
3. Azione battericida
Non è un caso che l’acido acetico veniva già in passato utilizzato nelle pulizie casalinghe come disinfettante low-cost. E' stato visto infatti come, anche a basse concentrazioni, l'acido acetico possa esercitare una potente attività battericida. Tuttavia, l’aceto di mele è anche un ottimo ingrediente per allungare la conservazione di molti cibi riducendo la crescita microbica.
Dunque il consiglio personale è di utilizzarlo nella propria alimentazione, magari alternandolo all'aceto tradizionale specie nei pasti abbondanti, usufruendo dei potenziali benefici offerti da questo prodotto…e qualora non dovesse funzionare, avete soltanto insaporito un po’ di più la vostra insalata!
FONTI:
http://care.diabetesjournals.org/content/27/1/281.long http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16015276 http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19661687 http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/9713753 http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12597475 http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12380754