
Ludwig Feuerbach fu il primo ad affermare "L'uomo è quello che mangia", con un'accezione piuttosto materialista ed esistenziale, facendo coincidere l'essere dell'uomo esattamente con ciò che mangia...forse un po' esagerato, ma ai fini esistenziali giustificato in quanto non possiamo essere se non mangiamo, e viceversa! Chiusa parentesi filosofica introduttiva, è vero che si sente spesso dire, in aumento soprattutto negli ultimi anni, "tu sei quello che mangi", alla base del fatto che un'alimentazione scorretta rispecchia (approssimativamente) l'aspetto fisiopatologico di una persona....e tutto ciò probabilmente nasconde un minimo di verità, tenendo presente che la stessa alimentazione scorretta rappresenta un fattore di rischio non solo per quanto riguarda sovrappeso e obesità, ma anche relativamente alle patologie croniche, quali diabete, cardiopatie, tumori, ecc., oggi prima causa di mortalità nella società moderna.
Alla luce delle statistiche allarmanti riguardanti l'obesità infantile e le recenti evidenze scientifiche, non sarebbe affatto errato integrare il detto precedente con l'affermazione "i tuoi figli sono quello che mangi tu". Secondo dati OMS, nel mondo sono circa 41 milioni i bambini obesi o in sovrappeso, questo numero è destinato ad aumentare ed è necessario assolutamente limitare questo fenomeno sia per le conseguenze drastiche sulla salute, ma anche per i costi sanitari futuri che saranno difficili da sostenere.
Ma a chi possiamo attribuire la colpa? Alle grandi industrie? Alla globalizzazione? Alla società obesogenica? Si potrebbe anche essere, ma come confermano diversi lavori scientifici, il fattore che influenza maggiormente le scelte errate dei bambini di oggi è rappresentato dalle scelte dei genitori stessi.
Se i genitori sono i primi a consumare poca verdura, di certo non vi aspettate che i figli ne mangino volentieri regolarmente.
Già nel 2010 uno studio pubblicato sulla rivista Appetite aveva evidenziato come il più importante fattore predittivo relativo al consumo di frutta e verdura da parte dei bambini fosse proprio quello associato alle abitudini alimentari dei rispettivi genitori.
Non è un caso che nello stesso lavoro, gli studiosi, hanno sottolineato come i genitori, per poter aumentare il consumo di frutta e verdura dei loro figli, dovrebbero per prima cosa rendere sane le proprie abitudini alimentari, cosa da non sottovalutare assolutamente viste le caratteristiche disastrose della dieta occidentale moderna!

Recentemente, questo risultato è stato confermato in uno studio condotto dai ricercatori della University of Delaware e pubblicato sulla rivista Journal of Nutrition and Dietetics, nel quale è stata analizzata la qualità alimentare e le calorie consumate in 698 famiglie al fine di comprendere eventuali abitudini scorrette associate all'insorgenza di obesità e sovrappeso. Dai risultati è scaturito come il maggiore fattore predittivo associato alla qualità nutrizionale relativamente scarsa dei bambini fosse proprio rappresentato dalle abitudini alimentari dei genitori, per lo più caratterizzate da un consumo insufficiente di verdura e uno eccessivo di cibi processati, caratterizzati dalle cosiddette "calorie vuote".
Tali abitudini si riversano inconsapevolmente sulle abitudini dei bambini, delineando un pattern alimentare scorretto e spianando la strada all'aumento di peso e, a lungo andare, a obesità e patologie croniche associate.
Tuttavia, è anche giusto sottolineare che viviamo in una società obesogenica, nella quale siamo circondati in maniera vera e propria da cibi processati di tutti i tipi. Basti pensare al semplice fatto che la maggior parte degli spot trasmessi in televisione sono relativi a merendine, dolci, cibi processati, ricchi di zuccheri, grassi parzialmente idrogenati, sale e dallo scarso valore nutrizionale.
A tal riguardo in uno studio recente pubblicato su Obesity reviews, è emerso come la pubblicità su internet o in TV di cibo spazzatura e di alimenti processati, influenzi significativamente le scelte alimentari dei bambini.

In particolare, è stato visto come dopo essere stati esposti a pubblicità del genere, i bambini optavano per scelte alimentari peggiori, e questo avveniva soprattutto da parte di bambini con età inferiore agli 8 anni, che sono risultati più facilmente influenzabili.
Sono risultati particolarmente importanti dato che, come dimostrano recenti evidenze scientifiche, i bambini sono esposti in media almeno a 5 pubblicità all'ora, delle quali l'80% è rappresentato da cibo spazzatura....da non credere!
Anche in questo caso il ruolo dei genitori è importantissimo, nel limitare l'esposizione dei bambini a queste pubblicità...e finchè non si combatte il problema alla radice, questo rappresenta il miglior modo per salvaguardare l'alimentazione dei bambini e proteggerla dalle insidie commerciali imposte dalla società moderna.
Fonti:
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27050725
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20849895