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  • Dott. Daniele Basta

Donne in gravidanza, deficit di ferro e rischio di complicanze


Secondo dati OMS, più del 30% della popolazione mondiale è affetto da anemia, metà della quale è causata da deficit di ferro. I soggetti più colpiti sono i bambini, gli anziani e le donne, soprattutto quelle in gravidanza e questa forma di anemia sopraggiunge nel momento in cui le riserve di ferro non sono sufficienti a soddisfare le richieste dell’organismo.


Questo importante minerale è fondamentale, ad esempio, nella produzione di emoglobina, la proteina contenuta nei globuli rossi con il compito di trasportare l’ossigeno, e risulta essenziale anche nel corretto funzionamento della perossidasi tiroidea, fondamentale nella produzione degli ormoni tiroidei e dunque per il corretto funzionamento della ghiandola tiroidea. Proprio quest’ultimo aspetto è importantissimo per le donne in gravidanza, che necessitano quantità adeguate di ferro anche per una corretta produzione di questa proteina tiroidea al fine di garantire un corretto sviluppo cerebrale del feto, soprattutto nel primo trimestre di gravidanza, quando è già stata sviluppata la ghiandola tiroidea fetale.


A tal proposito, secondo un recentissimo studio pubblicato sulla rivista European Journal of Endocrinology, è stato visto come circa il 35% delle donne in gravidanza sia a rischio di complicanze a causa del deficit di ferro e come, in particolare, il 10% di queste sia soggetta a tiroidite autoimmune.


Nel lavoro sono state monitorate 1,900 donne nel primo trimestre di gravidanza, durante il quale sono stati misurati i livelli ematici di ferritina, quelli di anticorpi anti-perossidasi tiroidea (importanti nel valutare la risposta autoimmune nei confronti della tiroide), i livelli di t4 e quelli tsh. I risultati hanno evidenziato come nel primo trimestre, circa un terzo delle donne monitorate presentava deficit di ferro, con un’alta prevalenza, tra queste, di tiroidite autoimmune, elevati livelli di TSH e ridotti livelli di T4.

Ancora non è stata chiarita la potenziale associazione tra deficit di ferro e risposta autoimmune nei confronti della tiroide, ma comunque sia sono dati importanti dal punto di vista osservazionale che pongono ancora di più sotto i riflettori l’importanza di integrare correttamente questo minerale nella propria alimentazione, soprattutto nel caso di donne in gravidanza. Inoltre, una potenziale anemia da deficit di ferro, infatti, se non trattata correttamente, può essere causa di varie problematiche come parto pretermine, ritardo nello sviluppo del bambino e depressione post-parto.

Nonostante sia ancora da chiarire come e se un deficit di ferro possa scatenare una risposta autoimmune nei confronti della tiroide o viceversa, tutto ciò dimostra come i livelli insufficienti di questo minerale sono abbastanza diffusi anche tra le donne in gravidanza e tutto ciò può aumenta il rischio di complicanze non solo nei confronti della madre ma anche per quanto riguarda la salute del feto.

Reputo questo argomento di attuale importanza dato il numero crescente di soggetti vegani e vegetariani che si prestano molto facilmente ad un'alimentazione improvvisata e “fai da te”, senza affidarsi ad un professionista e mettendo a rischio il proprio organismo con potenziali deficit nutrizionali, proprio come quello di ferro a propostio.

Tra le migliori fonti di questo minerale ricordo la carne, specie quella rossa, il pesce, i legumi, frutta secca, cereali integrali, uova e verdura a foglia verde.

Per saperne di più su come aumentare l’assorbimento di ferro durante i pasti clicca qui.

 

Fonti:

http://www.eje-online.org/content/early/2016/07/22/EJE-16-0288.abstract

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