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Dott. Daniele Basta

Cibi in scatola, bottigliette di plastica e livelli insufficienti di Vitamina D


Il bisfenolo A è un composto utilizzato maggiormente nella produzione di plastica, materiali in policarbonato e di resine epossidiche, in poche parole lo ritroviamo soprattutto in scatole e confezioni per alimenti, compact disc, bottigliette di acqua. Nonostante questo composto possa essere presente anche nell’aria, nell’acqua, nella polvere, la prima fonte di esposizione nei confronti del nostro organismo è rappresentata proprio dall’alimentazione. Un esempio tipico è rappresentato dai cibi in scatola, nei quali è molto facile che il bisfenolo A possa trasferirsi dal seppur sottile strato di rivestimento interno della lattina all’alimento. Tutto ciò ovviamente dipende da tanti fattori come temperatura, quantità di liquido nell’alimento e addirittura data di produzione della scatola di confezionamento dell’alimento stesso.

Addirittura in uno studio condotto dal Centers of Disease Control and Prevention sono stati riscontrati livelli significativi di questo composto nel 93% di 2517 campioni di urina appartenente a soggetti con età uguale e superiore ai 6 anni.


Una volta entrato in circolo il Bisfenolo A, come dimostrano vari lavori, influisce sul corretto funzionamento ormonale sia negli uomini che nelle donne.


Non è un caso come l’esposizione del nostro organismo ad elevate concentrazioni di questo composto sia associata a infertilità e impotenza maschile. Ma non solo, altre evidenze scientifiche, hanno rivelato una significativa correlazione tra questo composto e l’insorgenza di cardiopatie, diabete di tipo 2, danni cerebrali e alcuni tipi di tumore, tra cui carcinoma mammario.

È stato anche visto come il Bisfenolo A può ridurre gli effetti della chemioterapia in soggetti oncologici. E pensare che, come ho scritto in precedenza, siamo letteralmente circondati da questo composto, soprattutto negli alimenti.


Secondo un recentissimo studio pubblicato sulla rivista Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism, è stato visto come il bisfenolo A, cosi come altri composti chimici simili, chiamati ftalati, possa contribuire a ridurre significativamente i livelli di Vitamina D nell’organismo.


Ricordo come circa il 75% della popolazione italiana sia deficitaria nei confronti di questa vitamina, importantissima nel mantenere la salute delle ossa e dei muscoli e nel garantire il corretto funzionamento del sistema immunitario.

Molti lavori hanno evidenziato negli ultimi 20 anni l’associazione tra livelli insufficienti di questa vitamina e diverse condizioni patologiche, tra cui soprattutto quelle autoimmuni, come artrite reumatoide, psoriasi e celiachia.In particolare, secondo questo studio recente è stato visto come le persone maggiormente esposte a composti come il bisfenolo A tendano ad avere livelli nettamente inferiori di vitamina D rispetto a coloro esposti in quantità minore. Tale associazione è risultata molto più evidente nelle donne rispetto agli uomini.


È stato ipotizzato come il questi composti chicmici in grado di influire sui livelli ormonali dell’organismo, siano in grado anche di alterare la forma attiva della Vitamina D, sebbene siano necessari ulteriori studi per chiarire il tutto.


COSA SI PUÒ FARE PER RIDURRE L’ESPOSIZIONE AL BISFENOLO A ?


Il primo passo è sicuramente quello di limitare drasticamente o evitare totalmente il consumo di cibi in scatola e preferire, invece, alimenti freschi e di stagione.


Quando possibile, sarebbe meglio optare per contenitori di ceramica o di vetro, anziché di plastica, specie nel caso di cibi caldi.


Qualora si acquistino cibi in scatola o bottigliette di plastica è consigliabile sempre fare caso alla dicitura "BPA-free" o "Senza BPA".


Utilizzare le bottiglie di vetro in alternativa a quelle di plastica convenzionali, che soprattutto quando esposte al calore, come spesso capita nella grande distribuzione, promuovono il trasferimento di questo composto dalla plastica al fluido all’interno.

 

Fonti:

http://press.endocrine.org/doi/10.1210/jc.2016-2134

https://www.niehs.nih.gov/health/topics/agents/sya-bpa/

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