Il consumo di zucchero negli ultimi anni è aumentato vertiginosamente, soprattutto nelle realtà occidentali come la nostra, e con esso anche i tassi sempre crescenti di obesità e patologie croniche come cardiopatie, diabete di tipo 2 e cancro. Ricordo che per zucchero non si intende solamente quello in polvere convenzionale, ma in genere ci si riferisce a tutto quello aggiunto (mascherato con un’infinità di nomi diversi) nel 75% degli alimenti processati in vendita in tutti i supermercati.
Tra tutti questi alimenti, sicuramente le bevande zuccherate, come succhi di frutta, energy drink, bevande dolci gassate ecc., sono quelle che contribuiscono maggiormente all’introito di zuccheri aggiunti nella nostra società: prodotti industriali caratterizzati da un’elevatissima densità calorica e da un contenuto minimo, spesso del tutto inesistente, di nutrienti e micronutrienti essenziali, il cui consumo è associato, come dimostrano vari studi presenti in letteratura, a sovrappeso, obesità e ad un aumentato rischio di diabete di tipo 2. sindrome metabolica e cardiopatie.
Da qui la trovata da parte delle grandi multinazionali di sostituire gli zuccheri aggiunti con quelli artificiali, acalorici, caratterizzati dalle diciture “light”, “zero-calorie”, “diet”, lanciati inizialmente come alternative molto più salutari rispetto a quelle convenzionali già presenti in commercio e comode per una perdita di peso efficace. Purtroppo queste caratteristiche salutari tanto reclamizzate non presentano alla base un solido supporto scientifico, anzi tutt’altro.
Vari studi, tra cui un recentissimo lavoro pubblicato sulla rivista Plos One condotto da ricercatori brasiliani, hanno evidenziato come queste bevande light non siano tanto differenti da quelle convenzionali ricche di zuccheri aggiunti. Se da una parte queste non contengono calorie, o ne contengono quantità minime, dall’altra possono promuovere una risposta compensatoria da parte dell’organismo associata al consumo di altri alimenti.
Nello specifico è stato visto in studi passati come gli zuccheri artificiali presenti in queste bevande sono in grado di stimolare il recettori tipici del sapore dolce, aumentando di conseguenza l’appetito, la preferenza per alimenti dolci e modulando negativamente la secrezione di enzimi a livello gastrico. Da ciò, ne risulta una risposta compensatoria che spinge l’organismo a consumare maggiori quantità di alimenti solidi, anche per via di una sorta di consapevolezza ingannevole di un alimento a basso contenuto calorico.
Non a caso studi osservazionali a lungo termine evidenziano come l’introito di queste bevande light sia associato ad aumento di peso, sia in bambini che in adulti, a patologie cardio-metaboliche e infarto, non proprio così salutari come promettono.
Inoltre da un lavoro del 2014 pubblicato su Nature è emerso come questi dolcificanti artificiali possano causare una sorta di intolleranza al glucosio, modificando la composizione e la funzionalità del microbiota intestinale.
In tutto ciò sicuramente le grandi multinazionali di queste bevande non sono state a guardare e hanno finanziato diversi istituti di ricerca al fine di giustificare scientificamente il contributo “salutare” associato al loro consumo; e non a caso in letteratura scientifica è presente qualche studio, rigorosamente sponsorizzato da queste compagnie multinazionali, che evidenzia l’associazione con una modesta riduzione di peso o una correlazione negativa con l’obesità.
Non è neanche da sottovalutare il potenziale impatto ambientale associato al consumo di queste bevande con dolcificanti artificiali. Pensate che per produrre una bottiglietta da mezzo litro per bevande zuccherate sono necessari dai 150 ai 300 Litri di acqua. E non solo…si sa molto poco riguardo alla potenziale ecotossicità dei dolcificanti artificiali rilasciati nelle acque da parte delle industrie che potrebbero avere conseguenze negative sulla salute del pianeta.
In alcuni paesi il governo ha pensato bene di tassare le bevande zuccherate al fine di contrastare i tassi crescenti di obesità e diabete. Purtroppo esulano dalla tassazione queste bevande con dolcificanti sintetici, il cui mercato, anche per il costo inferiore rispetto alle convenzionali tassate, ha avuto un’impennata…e in tutto ciò l’obesità e le patologie croniche continuano ad aumentare.
Dunque, alla luce delle varie evidenze scientifiche è errato definire “salutari” le bevande “light” o “zero calorie”, che non dovrebbero essere prese in considerazione come valide alternative alle bevande dolci tradizionali al fine di un dimagrimento proprio per le loro potenziali conseguenze negative sia sulla salute che sull’ambiente.
Fonti:
http://journals.plos.org/plosmedicine/article?id=10.1371/journal.pmed.1002195
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2650084/
http://www.nature.com/nature/journal/v514/n7521/full/nature13793.html