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  • Dott. Daniele Basta

Fai bene a mangiare la neve?


Sono senza dubbio i giorni più freddi dell’anno e le nevicate nel nostro Paese si fanno sentire da Sud a Nord. Sono in moltissimi coloro che in queste occasioni non aspettano altro che prendere un bel bicchiere, riempirlo di neve e aggiungervi dello sciroppo alla frutta, del miele, del caffè o addirittura del cioccolato, per poi consumarlo il prima possibile.


Ma è effettivamente sicuro mangiare la neve?


Tutto non è poi così scontato…e la risposta in effetti è: dipende!


I fiocchi di neve si formano a livello dell’atmosfera nel momento in cui il vapore acqueo condensa e origina i tipici cristalli di ghiaccio anche intorno a particelle di polline o di polvere presenti nell’aria. Ma il momento critico è quello prima che i fiocchi giungano al suolo: nell’aria, soprattutto delle zone urbane e industriali, sono presenti gas di scarico, particelle contaminanti in grado di aderire ai fiocchi e che purtroppo potrebbero avere effetti tutt’altro che positivi sulla salute dell’organismo. Quando il fiocco di neve cade accumula al suo interno, tutto il particolato presente nell'aria, fungendo da vera e propria ragnatela.


Detto ciò, pensate quanto possa essere dannoso il consumo di neve contenente questo tipo di particolato.

E' abbastanza noto come i contaminanti atmosferici a determinate concentrazioni abbiano provato effetto cancerogeno e in letteratura scientifica sono associati a squilibri ormonali e infertilità.


In uno studio dello scorso anno pubblicato sulla rivista Envoironmental Science: Processes & Impacts è stato visto sperimentalmente, mediante un sistema creato ad hoc al fine di mimare le condizioni atmosferiche urbane durante una nevicata, come durante una nevicata i contaminanti dei gas di scarico presenti nell’atmosfera possano accumularsi, a causa anche delle basse temperature, nei fiocchi di neve in formazione.

Nella tabella sottostante presa dallo studio in questione vengono riportati i valori dei particolati nella neve pura e in quella esposta alle contaminanti atmosferiche. Come si nota i valori di benzene, toluene, etilbenzene e xilene sono presenti in maniera consistente nella neve esposta alle contaminanti atmosferiche.

È come se la neve si comportasse come una vera e propria lavatrice dell’atmosfera, raccogliendo tutte le particelle contaminanti presenti.


Non a caso è stato visto in altri studi come maggiore fosse il tempo di nevicata e minore la presenza di contaminanti nell’aria, in quanto trasferiti direttamente nella prima neve.

Magari in questi casi, se proprio non riuscite a farne a meno, la cosa migliore è attendere almeno un paio di ore di nevicata, per evitare di consumare quella più carica di contaminanti.

Diverso è il discorso della neve di alte quote o dei centri extra-urbani, con un tasso decisamente inferiore di contaminanti nell’atmosfera, dove il consumo di neve è differente e molto meno rischioso da questo punto di vista.

In molte zone rurali agricole è anche importante prestare attenzione a consumare la prima neve, in quanto potrebbe contenere residui di pesticidi utilizzati nelle coltivazioni.


Inoltre, in entrambi i casi è sempre meglio evitare di mangiare quella a diretto contatto con il suolo o quella comunque solcata che potrebbero avere effetti negativi.

Detto ciò, la neve di alta quota ed extra-urbana sicuramente resta un buon metodo per idratarsi e magari per fare uno spuntino alternativo rispetto a quelli convenzionali, specie se con l'aggiunta di qualche sciroppo naturale, come il miele di fichi, tipico della Calabria...sempre prestando attenzione a non esagerare, in quanto ricco di zuccheri semplici.

 

Fonti:

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26758961

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