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  • Dott. Daniele Basta

La dieta "Paleo", criticità scientifiche


La Paleodieta, o dieta dell'uomo primitivo, è un modello di alimentazione sempre più diffuso nella nostra società che rivendica il modo di alimentarsi nei nostri parenti ancestrali durante la Preistoria con l'obiettivo primario di migliorare lo stato di salute, dimagrire, aumentare la massa e la forza muscolare.


Ma funziona davvero?

Innanzitutto secondo i principi di questa dieta, una prima analisi dovrebbe essere rivolta all'alimentazione degli uomini primitivi: - 60 milioni di anni fa: i primati di allora si nutrivano maggiormente di frutta, foglie e insetti; - 2,6 milioni di anni fa: con la scoperta del fuoco e i primi utensili, gli uomini primitivi del tempo erano prevalentemente cacciatori e raccoglitori di bacche; - 10000 anni fa: l'uomo scoprì l'agricoltura che si diffuse in tutto il mondo. (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16441938) In base a questa velocissima analisi si evince come i sostenitori della dieta Paleo basino la propria alimentazione principalmente sul consumo di: - Carne animale: si parla però della carne proveniente esclusivamente dall'animale allevato NATURALMENTE, non di quello proveniente da allevamenti INTENSIVI; - Prodotti derivati da animali allevati sempre in maniera naturale, come uova o miele. - Frutta e verdura di origine naturale - Semi e frutta secca - Grassi animali come il burro e vegetali come olio di cocco e avocado.

Diciamo che comunque questi sostenitori paleo non hanno tenuto conto che lo 'stato di salute' dell'uomo primitivo non era proprio il massimo, dato che gli uomini preistorici soffrivano di parassitosi, patologie infettive e addirittura anche aterosclerosi, ma questo è solo un appunto...L'evidenza maggiore di questa tipologia di dieta è la totale mancanza di cereali, anche di quelli coltivati naturalmente, di oli vegetali processati (come l'olio di soia o di colza), di insaccati, salumi ed in generale di cibi processati. Inoltre restano fuori da questa dieta anche i LEGUMI.

A tal proposito nasce la prima criticità: ormai è confermato da infiniti studi di come e quanto alimenti processati siano dannosi alla nostra salute, ma per quanto riguarda cereali e legumi, è realmente giusto ESCLUDERLI dall'alimentazione?

Secondo i sostenitori della paleodieta i legumi dovrebbero essere evitati in quanto ricchi di antinutrienti e fitati, che riducono l'assorbimento dei minerali e rendono l'alimento povero nutrizionalmente, ma, nonostante ciò, c'è una grandissima parte della letteratura scientifica che evidenzia come i legumi apportino innumerevoli benefici alla salute e che cuocendoli si eliminano la quasi totalità degli effetti negativi relativi agli antinutrienti.

Per quanto riguarda i cereali, invece, i sostenitori della dieta paleo affermano che questi alimenti creino infiammazione e vari danni alla salute, tuttavia, eccezion fatta per i celiaci e per i soggetti intolleranti al glutine (che però possono benissimo mangiare molti altri cereali privi di glutine), numerosissimi lavori scientifici mostrano come, soprattutto i cereali integrali, giochino un ruolo importantissimo nel migliorare la salute dell'organismo nell'ambito di differenti stati fisiopatologici (ad. Es. nel diabete). In parole povere, non sarebbe un'idea eccellente eliminare cereali e legumi dalla propria alimentazione.

Tuttavia, la paleodieta prevede il consumo ingente di carne animale che, come validano numerosi passati e recenti studi, è correlata ad un aumento del rischio d'insorgenza di tumore gastrointestinale; rischio che risulta invece diminuito se correlato al consumo di cereali integrali, completamente assenti nella Paleodieta.

Questo tipo di alimentazione ha invece un carattere positivo nell'enfatizzare la natura e la genuinità degli alimenti veri, eliminando quelli processati industrialmente e sinteticamente, che, come dimostrano gli studi, sono alla base delle patologie cronico-metaboliche degli ultimi 50 anni. Tuttavia, seppur evidenti di risultati positivi come la diminuzione della massa magra e l'aumento della muscolatura, non sono moltissimi gli studi che confermano i benefici di questa dieta e sono stati effettuati su un numero troppo basso di persone (nella maggior parte non si superano le 10 persone).

Tra le problematiche di questo tipo di alimentazione vi è sicuramente quella della difficoltà nel seguire determinati principi: alimenti "buoni" e "cattivi", cibi "permessi" e "non permessi" rendono difficile la vita di una persona normale, che ne ricaverebbe solamente ulteriore stress mondano. Inoltre oggi come oggi è sempre più difficile reperire alimenti naturali e, per quanto riguarda gli animali, trovare carni da allevamento naturale e non intensivo. In conclusione, secondo il mio parere è sempre meglio evitare quelle diete che prevedono l'intera esclusione di un intero gruppo alimentare, in questo caso i cereali e i legumi. Tuttavia, a prescindere da ciò che mangiavano i nostri parenti ancestrali, è importante valorizzare l'alimento vero, quello genuino e naturale e, nel contempo, evitare e il cibo industriale e raffinato. D'altro canto un'alimentazione VARIA ed equilibrata su tutti i fronti accompagnata da una regolare attività fisica ed un corretto stile di vita apporterà benefici sulla salute e sull'organismo... perché in fondo il mantenere questa regolarità è molto più determinante di una lista della spesa o di una qualsiasi teoria evoluzionistica.

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