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  • Dott. Daniele Basta

Energy drink: aumento di pressione e alterazioni nel battito, nuove evidenze


Tra le bevande commerciali più consumate gli ultimi anni, gli Energy drink sono quelle che sembrano aver riscosso maggiore successo tra i giovani. Sicuramente la caratteristica principale di queste bevande, a parte la presenza di zuccheri aggiunti e conservanti, risiede nell’elevato contenuto di caffeina, presente in quantità di gran lunga maggiori rispetto ad un semplice caffè o rispetto ad altre bevande gassate commerciali.


Sono tanti i lavori scientifici che hanno evidenziato come il consumo regolare di Energy drink possa avere effetti dannosi sulla salute cardiovascolare. Ad esempio, in un lavoro del 2014 condotto dall’Università di Bonn è emerso come dopo un'ora dal consumo di bevande di questo tipo, si denotava tra i partecipanti un aumento della pressione sanguigna e un picco sistolico maggiore a livello del ventricolo sinistro, evidenziando, a breve termine, un'alterata contrattilità cardiaca, condizione che potrebbe rivelarsi molto rischiosa soprattutto per coloro che soffrono di aritmia cardiaca.


Nonostante siano bevande ad elevato contenuto di caffeina, sembrerebbe che non sia la sola presenza di questa componente ad avere tali effetti negativi a livello cardiovascolare.


Infatti, in un recente studio pubblicato sulla rivista Journal of the American Heart Association, è stato visto come il consumo di circa 1 L di Energy drink sia associato a cambiamenti significativi nei confronti dell’attività elettrica cardiaca e nei confronti della pressione sanguigna rispetto al consumo di altre bevande contenenti lo stesso quantitativo di caffeina.


Il lavoro è stato condotto su 18 giovani partecipanti sani che sono stati divisi in due gruppi: uno ha consumato circa 1 L di un famoso Energy drink commerciale e il secondo ha consumato invece una bevanda con lo stesso quantitativo di caffeina, ovvero circa 320 mg. Dopo sei giorni i due gruppi si sono invertiti. In seguito al consumo delle bevande è stato eseguito un elettrocardiogramma ed è stata valutata la pressione sanguigna centrale e quella brachiale.

I risultati hanno evidenziato come coloro che avevano consumato l’energy drink mostravano un intervallo QT maggiore di 10 millisecondi rispetto a coloro che avevano consumato le bevande con sola caffeina.


Questo intervallo corrisponde al tempo impiegato dai ventricoli a ripolarizzarsi e a contrarsi nuovamente e, alterazioni di questo tipo possono essere causa di aritmie….e pensare già variazioni di 6 millisecondi dell’intervallo QT sono riportate tra gli “effetti collaterali” di molti farmaci.

In entrambi gruppi è stato registrato un aumento della pressione sanguigna, ma con la sola differenza che in coloro che avevano consumato gli Energy drink, i valori rimanevano elevati anche dopo 6 ore dal consumo della bevanda.


Questo lascia ipotizzare proprio come non sia la sola caffeina ad avere effetti ipertensivi, ma possano contribuire in tutto ciò anche altri componenti presenti negli Energy drink.


Nonostante sia uno studio condotto soltanto su pochi soggetti sani e nonostante occorrano ulteriori conferme cliniche, sono evidenze che sottolineano i potenziali effetti dannosi nei confronti della salute cardiovascolare che potrebbero essere associati al consumo regolare di Energy drink. È importante ridurre il consumo irresponsabile di queste bevande non solo da parte di giovani e adulti sani, ma soprattutto da parte di coloro con familiarità per patologie cardiovascolari e ipertensione.


Una curiosità…la Lituania nel 2014, è stato il primo paese a vietare la vendita degli Energy drink ai minori di 18 anni; senza dubbio un ottimo esempio nella speranza che venga preso in considerazione dagli altri paesi europei.


In tutto ciò è necessario aggiungere come queste bevande siano ricchissime di zuccheri aggiunti, responsabili di gravosi picchi glicemici e insulinici, non solo in grado di avere effetti negativi sulla pressione sanguigna, ma anche in grado di promuovere un facile aumento di peso nel tempo, aumentando il rischio di obesità, diabete e delle patologie croniche di oggi.

 

Fonti:

http://jaha.ahajournals.org/content/6/5/e004448

https://www2.rsna.org/timssnet/Media/pressreleases/pr_target.cfm?id=702

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