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  • Dott. Daniele Basta

Quando il cibo sano diventa un'ossessione


L'ortoressia, dal greco "orthos" che significa giusto, corretto e "orexis", che significa invece appetito, è un disordine alimentare che pian piano si sta diffondendo sempre di più tra le popolazioni dei paesi industralizzati. Tale disturbo del comportamento alimentare consiste nell'essere ossessionati da un'alimentazione estremamente salutare e perfezionista, con continui pensieri sulla ricerca e sulla selezione eccessivamente accurata di cibi considerati sani, scartando tutto ciò che si considera 'dannoso alla salute', coinvolgendo in tutto ciò anche i metodi di preparazione e di conservazione degli alimenti nella vita abitudinaria.


Sarà per le sempre più crescenti patologie metaboliche, come obesità, diabete o patologie cardiovascolari e tumorali, sarà per l'allarmante diffondersi dei possibili danni causati da un'alimentazione industriale e globalizzante, sta di fatto che tali disturbi sono sempre più diffusi tra la popolazione.


Tra le estremizzazioni di base degli ortoressici risiedono:

- la paura per gli alimenti industriali, ritenuti troppo ricchi di conservanti e 'sintetici' , che porta cosi alla totale attenzione per prodotti prettamente BIO. - la morbosa attenzione alle etichette degli prodotti alimentari con la correlata paura per le voci come 'colesterolo' o 'grassi saturi' e alle relative metodiche di cottura, ....per non parlare della temutissima parola 'frittura'!!

Per seguire determinati regimi alimentari gli ortoressici mostrano un'invidiabile forza di volontà ma soprattutto un'insormontabile convinzione delle loro scelte alimentari e, nel momento in cui raramente peccano, consumando un alimento 'proibito', cadono in un profondo senso di colpa che faticano a superare.


Si tratta di una vera e propria ossessione che ha diverse conseguenze tra cui :

- risvolto psico-sociale: in tale condizione si è sempre attenti e minuziosi a non sgarrare, ad evitare possibili sviste e quindi a vivere una vita più stressante, ma anche socialmente isolata proprio per il rifiuto dei cibi 'pericolosi' ...cene tra amici, feste e compleanni potrebbero riscuotere attimi di terrore!! - risvolto socio-economico: il propendere verso cibi bio o meno industrializzati è purtroppo economicamente gravoso e le spese mensili alimentari aumentano inesorabilmente. - risvolto nutrizionale: seguendo questi rigidi comportamenti e stili alimentari, inesorabilmente ne viene meno la variabilità alimentare che molto spesso si traduce in numerosi deficit nutrizionali con relativi danni al proprio organismo.

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Dunque, alla luce di ciò, dove si trova la linea di confine tra l'alimentazione ossessiva e quella sana?

Tanto per rifarmi alle parole di Orazio, 'est modus in rebus', la virtù sta nel mezzo delle cose...le chiavi della sana alimentazione sono l'equilibrio e la varietà. Sicuramente è giusto, come fa in parte l'ortoressico, evitare il consumo regolare di cibo spazzatura (junk food), quello ricco di pesticidi, estremamente sintetico, ricco di metalli pesanti, quello ricco di grassi saturi e colesterolo, ...un consumo regolare e sistematico di tutto ciò è estremamente dannoso alla nostra salute ed è alla base di numerose patologie.


Ma è altrettanto vero che basare le proprie giornate sull'ossessione del cibo proibito, sulle metodiche per cucinare al meglio, sull'utilizzo di stoviglie specifiche ecc, veramente trasformerebbe la vita in un incubo e avrebbe anche dei risvolti nutrizionali e psico-sociali non proprio da sottovalutare.


Allora è bene ribadire come l'equilibrio nell'alimentazione sia la migliore cosa, il saper mangiare non deve essere restrizione, sacrificio o stress, ma deve essere consapevolezza e soprattutto piacere del gusto; un dolce di tanto in tanto non ha mai ucciso nessuno (salvo condizioni patologiche estremamente iperglicemiche e metabolicamente provate!!), nè tantomeno una pizza ogni tanto o una bistecca ai ferri, la cosa più importante è che non diventino ABITUDINARI e vengano consumati con regolarità.

 

Fonti:

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4539385/

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4340368/

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