top of page
  • Dott. Daniele Basta

3 alimenti che possono favorire la produzione di latte materno


Sono tante le evidenze scientifiche che sottolineano i benefici associati all’allattamento naturale non solo per il neonato, ma anche per la madre stessa. Nonostante ciò, come dimostrano dati statistici negli ultimi anni si è ridotto drasticamente il numero di mamme che decidono di allattare in maniera naturale, ricorrendo spesso a formule artificiali, e, spesso, alla base di tale decisione risiede una insufficiente produzione di latte materno. In tutto ciò sono tanti i fattori che possono influire come obesità, stress o condizioni fisiopatologiche particolari.


Tuttavia, esistono alimenti, erbe e spezie, dalle proprietà galattogene, ovvero il cui consumo sembra promuovere una maggiore produzione di latte materno, nonostante le evidenze scientifiche siano limitate e talvolta contrastanti.

Il fieno greco, Trigonella foenumgraecu, è tra gli alimenti galattagoghi più pubblicati in letteratura scientifica, ed è stato ipotizzato come possa promuovere la produzione di latte anche grazie alla presenza di fitoestrogeni, come la diosgenina. In uno studio condotto in vitro è stato visto come composti contenuti all’interno di semi di fieno greco siano in grado di stimolare l’espressione di pS2 in cellule mammarie, un marcatore estrogenico cellulare. Altri lavori, invece, evidenziano come questo particolare alimento possa favorire la produzione di sudore stimolando le ghiandole sudoripare ed, essendo la ghiandola mammaria una ghiandola simile a quella sudoripara, nello stesso tempo promuovere la produzione di latte materno. Non a caso, in vari studi è emerso come il sudore possa assumere un particolare odore in seguito al consumo regolare di fieno greco, questo rappresenta uno degli effetti indesiderati. Ricordo, inoltre, che il consumo di fieno greco da parte di donne in gravidanza non è consigliato in quanto è in grado di stimolare contrazioni uterine aumentando il rischio di parto pretermine o di aborto.

Il cardo mariano, Silybum marianu, pianta di origine mediterranea che, come dimostrano numerose evidenze scientifiche, possiede un’importante attività detossificante ed epato-protettiva, può rivelarsi utile nel promuovere la produzione di latte materno. Studi in vivo hanno evidenziato come il consumo di cardo mariano sia associato ad un aumento dei livelli di prolattina, ormone importante per la produzione di latte materno. Tuttavia, gli studi clinici sull’uomo sono pochi e limitati, occorrono sicuramente maggiori evidenze scientifiche.

Lo zenzero, la radice di origine asiatica dalle ormai note proprietà antinfiammatorie, potrebbe rivelarsi un alimento realmente efficace nel promuovere la produzione di latte materno.

In uno studio del 2016 pubblicato sulla rivista Breastfeeding Medicine condotto su 63 donne è stato visto come il consumo di zenzero abbia favorito la produzione di latte materno nel periodo immediatamente successivo al parto senza presentare effetti collaterali.

Altri studi su modelli animali hanno evidenziato come i composti contenuti nella radice di zenzero possano esplicare attività galattogoga aumentando il numero di acquaporine nel tessuto mammario. Le acquaporine appartengono alla famiglia di proteine di membrana coinvolte nel trasporto di acqua a livello trans cellulare e il tutto è di rilevante importanza nei processi secretori di latte materno.

Tra gli altri alimenti che potrebbero rivelarsi utili nel promuovere la produzione di latte materno ricordo avena, orzo, finocchio, asparagi, aglio, sebbene ci siano poche evidenze scientifiche al riguardo.


In tutto ciò, resta fondamentale seguire un’alimentazione sana ed equilibrata, ricca di verdura a foglia, di frutta e completa, in modo da garantire all’organismo tutti i micronutrienti e i nutrienti necessari alla produzione di latte materno.

È importante introdurre quantità adeguate di acqua e soprattutto evitare le bevande alcoliche, in quanto il consumo di alcol è associato inevitabilmente ad una riduzione della produzione di latte materno.

 

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5158159/

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4436503/

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27505611

http://online.liebertpub.com/doi/abs/10.1089/bfm.2016.29020.aie?journalCode=bfm

1.031 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page