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Dott. Daniele Basta

Il cibo spazzatura danneggia il sistema immunitario rendendolo più aggressivo nel lungo termine


Mentre una volta erano le patologie infettive una delle principali cause di morte, oggi le patologie croniche non trasmissibili hanno decisamente preso il sopravvento e sono diventate la prima causa di mortalità nella società occidentale e, in tutto ciò, alimentazione scorretta e sedentarietà ne aumentano significativamente i rischi.


Tuttavia sia nel caso della patologie infettive che in quelle croniche il sistema immunitario svolge un ruolo cruciale. Ad esempio, nel caso dell’aterosclerosi, è stato visto come mentre da una parte i livelli elevati di lipoproteine LDL in circolo aumentano il rischio cardiovascolare, dall’altra risultano attivati i meccanismi d’infiammazione dell’organismo che coinvolgono cellule del sistema immunitario come i macrofagi.


L’infiammazione indotta dal sistema immunitario è oggetto di studio da anni da parte della ricerca internazionale. Per difendersi da patogeni esterni, l’organismo è in possesso dell’immunità innata e di quella adattativa. Al contrario dell’adattativa, che si avvale di una memoria immunitaria dopo il contatto con un potenziale patogeno, quella innata agisce immediatamente inducendo meccanismi pro-infiammatoria. Per quanto riguarda proprio l’immunità innata non occorre che ci sia forzatamente la presenza di un patogeno, come un batterio o un virus, ma la risposta pro infiammatoria, come dimostrano evidenze scientifiche, può scatenarsi anche in presenza di segnali “sterili”, come in presenza di patologie croniche, scatenati anche ad un’alimentazione scorretta. Sempre secondo recenti evidenze scientifiche, è emerso come anche l’immunità innata sia in grado di mettere in atto meccanismi adattativi, rispondendo più vigorosamente alle potenziali future infezioni dopo il primo evento. Questo particolare tipo di immunità viene definita memoria immunitaria innata o “trained immunity” e Il tutto avviene attraverso una sorta di riprogrammazione epigenetica e metabolica in grado di permanere anche per lunghi periodi.

Un’alimentazione scorretta, come la tipica dieta occidentale, è in grado di attivare questa memoria immunitaria innata, aumentando i livelli d’infiammazione dell’organismo e incrementando il rischio di patologie croniche.


In un recente studio tedesco pubblicato sulla rivista Cell è stato visto proprio come il sistema immunitario, in presenza di un’alimentazione scorretta prolungata nel tempo, risponda in maniera simile ad un’infezione batterica.


Lo studio è stato condotto su topi di laboratorio che sono stati sottoposti, per un mese, ad un’alimentazione ipercalorica , ricca di zuccheri e di grassi e povera di fibre, un regime alimentare molto simile alla nostra tipica dieta occidentale .


È stato osservato come, durante il periodo di studio, oltre ad un aumento significativo dei livelli di colesterolo ematico, gli animali avessero sviluppato una potente risposta pro infiammatoria da parte del sistema immunitario, molto simile a quella in grado di essere generata in presenza di un’infezione batterica.


In particolare, è risultato aumentato il numero di leucociti, tra cui soprattutto granulociti e monociti, indice di un coinvolgimento delle risposta infiammatoria immunitaria.


Sebbene una volta tornati ad un’alimentazione più salutare i livelli d’infiammazione siano risultati significativamente ridotti, a rimanere persistente è stata la riprogrammazione genica avvenuta nelle cellule del sistema immunitario durante il periodo di alimentazione processata ipercalorica.


Cosa significa tutto questo?


In presenza di un regime alimentare di questo tipo l’immunità innata ha reagito riprogrammando geneticamente le proprie cellule e attivando la memoria immunitaria innata. In particolare sono avvenute delle modifiche a livello del DNA di queste cellule, in modo da promuovere l’espressione di specifici geni, rendendo in tal modo più aggressivo il sistema immunitario nei confronti di potenziali stimoli esogeni (virus, batteri) o endogeni (alimentazione scorretta, disbiosi intestinale) e aumentando i livelli di infiammazione nell'organismo.


Stiamo parlando di modifiche epigenetiche che si ripercuotono a lungo termine sulla salute dell'organismo e potenzialmente anche sulle generazioni future.


In presenza di tale memoria immunitaria innata, il sistema immunitario è in grado di reagire con risposte pro infiammatorie più potenti e aggressive anche in presenza di stimoli piuttosto deboli.

Tutto ciò potrebbe avere ripercussioni molto dannose sul rischio di patologie proinfiammatorie come diabete o cardiopatie. Nel caso dell’aterosclerosi, ad esempio, processo caratterizzato dalla formazione nell’endotelio dei vasi di placche formate da lipidi e da cellule immunitarie, la presenza di un sistema immunitario più “aggressivo” potrebbe rivelarsi disastrosa contribuendo direttamente ad aumentare i livelli di infiammazione e promuovendo la crescita delle stesse placche, incrementando così il rischio cardiovascolare.


Nonostante sia stato condotto su modelli animali e necessita di ulteriori approfondimenti sull'uomo, questo lavora dimostra come un’alimentazione scorretta, come la tipica dieta occidentale, sia in grado di avere effetti a lungo termine sulle cellule del sistema immunitario, proprio come un’infezione batterica, rendendolo maggiormente aggressivo sia nei confronti di stimoli esogeni o endogeni e aumentando il rischio di patologie croniche, prima vera causa di mortalità dei nostri giorni.

 

Fonti:

http://www.cell.com/cell/fulltext/S0092-8674(17)31493-9

https://academic.oup.com/jn/article/122/2/294/4754818

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