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  • Dott. Daniele Basta

Gravidanza, aumento di peso e il falso mito di dover mangiare per due


Accade spesso oggi che molte donne in gravidanza tendono letteralmente a mangiare per due persone durante i 9 mesi. Se da una parte è corretto aumentare adeguatamente l’introito calorico per le nuove esigenze fisiologiche sia della madre che del feto, dall’altra non significa sicuramente raddoppiare l’energia calorica quotidiana.

Studi recenti evidenziano come un eccessivo aumento di peso durante la gravidanza possa avere conseguenze negative sia sulla salute della madre che su quella del nascituro.

L’aumento graduale di peso raccomandato durante la gravidanza è basato sul peso corporeo e sull’Indice di Massa Corporea (Body Mass Index) prima di entrare nei 9 mesi con il pancione.

La maggior parte dell’aumento del peso in genere avviene dopo la 13° settimana. Si tratta di Kg in più che sono fondamentali per il corretto sviluppo fetale e possono essere anche di più in caso di gravidanza gemellare.


Secondo un lavoro di meta-analisi del 2017 pubblicato sulla rivista Jama Journal, condotto su più di 1 milione di donne in gravidanza è stato visto come circa il 47% di loro avesse raggiunto un peso superiore rispetto a quello raccomandato. Curiosamente tutto questo è avvenuto anche in molte che non erano in condizione di sovrappeso prima della gravidanza, aumentando il rispettivo rischio di obesità in futuro.


Un aumento eccessivo di peso durante la gravidanza, come dimostrano evidenze scientifiche è associato ad un aumentato rischio di diabete gestazionale, di ipertensione e di complicanze in gravidanza. Ma le possibili conseguenze negative non riguardano soltanto la madre, ma purtroppo anche possono influire sulla salute del bambino nel breve e nel lungo termine.


Nello stesso lavoro del 2017 citato in precedenza è stato anche evidenziato come le madri con un aumento di peso eccessivo durante la gravidanza tendessero ad avere bambini con un maggiore peso alla nascita. I bambini di queste donne presentavano un rischio maggiore di obesità sia infantile che in età adulta.


Un peso eccessivo raggiunto dopo la gravidanza diventa anche più faticoso da perdere dopo il parto.


A tal proposito, in un lavoro pubblicato sulla rivista International Journal of Obesity nel 2017, condotto su più di 12.000 donne in gravidanza, è stato visto come coloro che avevano aumentato eccessivamente il peso nei 9 mesi tendessero ad aumentare di circa 4 Kg nei 6 mesi successivi al parto.


D’altra parte è anche vero che non aumentare adeguatamente il peso durante la gravidanza può avere conseguenze negative, come il parto pretermine. Proprio per questo motivo è sconsigliabile tenare di perdere peso durante questi mesi.

Dunque è assolutamente un falso mito quello di mangiare “per due” durante la gravidanza e la quantità di cibo necessaria da introdurre in più per le nuove esigenze fisiologiche è molto meno di quello che tanta gente purtroppo pensa oggigiorno. Spesso accade che molte donne in gravidanza si sentano “giustificate” nel consumare in modo sconsiderato quantità eccessive di cibo, spesso povero da un punto di vista nutrizionale, come merendine, dolci, pizzette, patatine snack, con effetti purtroppo negativi sul proprio peso e sulla salute in generale. Invece, È sempre consigliabile focalizzare le proprie attenzioni su un contesto alimentare sano e soprattutto nel raggiungimento del fabbisogno giornaliero di importanti micronutrienti come ferro, iodio e folati.


Livelli ottimali di folati, ad esempio, sono fondamentali per una corretta formazione del tubo neurale del feto e le migliori fonti alimentari di questi micronutrienti sono le verdure a foglia come spinaci, bietola, broccoli, cavolo, che purtroppo molte donne oggi introducono in quantità insufficiente. Lo iodio è importante per lo sviluppo ormonale ed è contenuto in pesce, uova e latticini; mentre il ferro, minerale importante per la sintesi di emoglobina si trova in buone quantità in carne, legumi e verdura a foglia. Molte donne in gravidanza spesso necessitano di una supplementazione con integratori di micronutrienti perché non riescono a raggiungerne il fabbisogno giornaliero.

 

Fonti

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28337028

https://jamanetwork.com/journals/jama/article-abstract/2630599

https://link.springer.com/content/pdf/10.1007%2Fs00125-015-3686-5.pdf

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3971915/

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