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  • Dott. Daniele Basta

Costipazione oggi: silenziosa, epidemica, tra abuso di lassativi e alimentazione scorretta


La costipazione rappresenta una condizione, oggi molto diffusa nella società occidentale come la nostra, in grado di influire negativamente oltre che sul benessere fisico, anche su quello psicologico e sociale. Si tratta di una condizione di cui spesso non si parla, i soggetti stessi sono frenati nel parlarne per questioni di privacy e intimità; una condizione anche sottovalutata dall’assistenza sanitaria, che molte volte viene presa in considerazione soltanto quando ormai divenuta un problema grave nel paziente.


Tra i sintomi più diffusi sono riconosciuti gonfiore, coliche addominali, movimenti intestinali insufficienti, nausea, sforzi eccessivi.

Sforzi eccessivi in bagno per “liberarsi”, proprio così, non è qualcosa da sottovalutare. A tal proposito, in un lavoro del 2011 pubblicato sulla rivista Stroke, sono stati analizzati i fattori in grado di causare una potenziale rottura di un aneurisma cerebrale e tra questi è emerso come “straining for defecation”, ovvero lo sforzo in bagno per evacuare, fosse uno dei più evidenti, con un rischio 7 volte maggiore.

Inoltre, vari studi hanno evidenziato l’associazione tra costipazione e riduzione della qualità della vita nei soggetti che ne soffrono.


Non è assolutamente un caso che i lassativi sono tra i farmaci più utilizzati nel mondo occidentale.


La maggior parte di questi sono abbastanza sicuri se utilizzati con giudizio e sporadicamente, ma possono avere seri effetti collaterali se il loro utilizzo diviene un’abitudine. E proprio a causa dell’abuso di lassativi da parte della società occidentale, questi rappresentano una delle classi di farmaci con maggiore frequenza di effetti collaterali.


Gli effetti collaterali più diffusi vanno dal gonfiore, alle coliche addominali, alla diarrea con annessa disidratazione, alla nausea, irritabilità intestinale, fino a reazioni allergiche. Inoltre i lassativi possono interagire con altri farmaci come antibiotici o antipertensivi, ragion per cui è sempre bene chiedere il parere al proprio medico prima di procedere con l’utilizzo.

Forse il problema andrebbe affrontato in maniera differente, come semplicemente aumentare il consumo di fibre.


Una delle caratteristiche negative dell’alimentazione scorretta di oggi è l’apporto insufficiente di verdura e frutta, da cui ne deriva un’introduzione inadeguata di fibre, una della cause eziologiche principali di costipazione.


In un lavoro di meta-analisi pubblicato nel 2012 sulla rivista World Journal of Gastroenterology è stato evidenziato come il consumo di fibre sia associato significativamente a miglioramenti nella regolarità in pazienti affetti da costipazione.


Il Dr. Burkitt, una delle personalità scientifiche più rilevanti degli anni 70’ e 80’ e che aveva condotto molti dei suoi studi in Africa analizzando le abitudini alimentari della popolazione africana, già all’epoca aveva evidenziato come il mondo occidentale fosse da considerarsi universalmente stitico a differenza di paesi del terzo mondo dove la costipazione, insieme ad altre condizioni gastrointestinali, era quasi inesistente. Il punto focale era proprio la differenza significativa riguardante l’introduzione giornaliera di fibre.

Oggi purtroppo la situazione non è cambiata. Il consumo di alimenti ricchi di fibre è insufficiente e la costipazione epidemica nel mondo occidentale e l’abuso di lassativi è all’ordine del giorno.


Secondo le raccomandazioni internazionali, dovrebbero essere introdotti almeno 25 g di fibre al giorno, ma molti faticano a raggiungere questa quantità minima.


Le fonti di fibre alimentari sono verdura, frutta, legumi, cereali integrali, frutta secca e semi, tutto possibilmente non raffinato e non processato. La processazione e la lavorazione industriale di alimenti del genere è associata ad una riduzione della quantità di fibre contenute negli stessi nella loro forma naturale.


Quali sono le migliori fonti di fibre in assoluto?


Molti a questa domanda risponderebbero con frutta e verdura, ma non è cosi, in quanto si tratta di alimenti, pur sempre contenenti fibre, ma che presentano ingenti quantità di acqua, circa il 90%. In realtà, le migliori fonti di fibre in assoluto sono i legumi e i cereali integrali.

Ma c’è di più, il consumo di fibre, oltre a prevenire e contrastare condizioni come la costipazione, contribuisce a nutrire al meglio e a mantenere l’equilibrio del microbiota intestinale. Le fibre introdotte attraverso l’alimentazione verranno fermentate dai batteri amici intestinali in acidi grassi a catena corta come propionato o butirrato, composti dalle note proprietà antinfiammatorie e antitumorali. Vari studi evidenziano proprio come una maggiore produzione di butirrato da parte della microflora intestinale sia associato ad una riduzione del rischio carcinoma al colon.

 

https://www.ahajournals.org/doi/full/10.1161/STROKEAHA.110.606558

https://onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1111/jocn.13422

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16803421

https://link.springer.com/article/10.1007/BF02234645

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17219073

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3544045/

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