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  • Dott. Daniele Basta

Depressione e alimentazione, esistono alimenti "antidepressivi"?


La depressione rappresenta un vero e proprio disturbo dell'umore che secondo la World Health Organization è una delle cause di numerose patologie oggi maggiormente diffuse nei Paesi industrializzati. Questa condizione può manifestarsi in seguito ad eventi problematici di vita quotidiana e tra le sintomatiche che contraddistinguono la depressione, oltre al cattivo umore, spiccano stanchezza, affaticamento, demotivazione, diminuzione dell'appetito, agitazioni motorie, ansia, pensieri di morte e di suicidio, dunque risvolti fisici e psichici che gravano sullo stato di salute di ciascun individuo. Inoltre sono numerosi gli studi che correlano l'obesità a stati depressivi, probabilmente questo anche a causa di cambiamenti ormonali e del sistema immunitario all'interno di questo quadro fisiopatologico. Ma esiste una correlazione tra alimentazione e depressione? Ancora ci sono tantissimi studi a riguardo e numerose evidenze indicano come la mancanza di alcuni nutrienti possa essere causa di tale disturbo. - Omega-3: Questi acidi grassi essenziali giocano un ruolo importantissimo nel ridurre l'infiammazione e in numerose funzioni cerebrali, tra cui umore e memoria. Vengono chiamati essenziali perché il nostro organismo non riesce a sintetizzarli, per cui è necessario introdurli nella propria alimentazione attraverso pesce e frutta secca.

- Vitamina D: sono numerosi gli studi che legano il deficit di questa Vitamina a patologie come depressione, demenza ed autismo. È importante assumere vitamina D soprattutto nei mesi invernali, in quanto i raggi solari che favoriscono la produzione di questa vitamina nel nostro organismo incidono in maniera minore, soprattutto nei paesi nordici. Gli alimenti ricchi di questa vitamina sono salmone, uova, funghi, fegato di bovino. - Vitamine B6 e B12: queste vitamine offrono numerosi benefici all'organismo e un loro apporto insufficiente può gravare sulla salute mentale. Secondo uno studio del 2009, più di un quarto di donne anziane non apportano abbastanza vitamina B12. Le migliori fonti di vitamina B6 sono banane, pesce e verdura a foglia verde scuro; mentre quelle di vitamina B12 sono soprattutto prodotti animali come carne, pesce, crostacei, ma anche uova e latte. - Selenio: diversi studi hanno correlato un insufficiente apporto di selenio con l'insorgenza di cattivo umore. Questo minerale è contenuto in alimenti come legumi, latte e derivati, cereali integrali, ostriche, sardine, noci brasiliane. - Carboidrati complessi a basso indice glicemico: Diversi studi hanno dimostrato come carboidrati a lento rilascio, come i cereali integrali, prevengono ansia e depressione. I carboidrati, invece, provenienti da alimenti raffinati e processati come farina bianca, riso bianco e zuccheri hanno effetti temporanei nei confronti dei sintomi depressivi, ripristinando dopo poco tempo i sintomi depressivi preesistenti.

- Triptofano : questo amminoacido è fondamentale per la sintesi di serotonina e oltre ad essere contenuto nei cereali integrali, è presente nel cioccolato fondente. Questo alimento influisce positivamente sui livelli di serotonina in circolo, giocando un ruolo potenziale nella diminuzione di stanchezza, ansia e depressione. Il cioccolato al latte non possiede questi benefici ed è da scartare!

Ancora occorrono ulteriori studi nel chiarire meglio la correlazione tra alimentazione e stati depressivi, ma con alcuni accorgimenti alimentari è possibile migliorare tale condizione.

Sicuramente il consumo di cibi processati e raffinati industriali, anche se conferiscono un segnale di apparente e momentaneo appagamento, non risolvono questa difficile condizione patologica, bensì la peggiorano. FONTI: http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/j.1468-2850.2008.00106.x/abstract http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3062479/ http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2918427/ http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19307527 http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4011048/ http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3874776/ http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2572855/ http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3441866/

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