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  • Dott. Daniele Basta

Cosa mangiare quando si subisce un infortunio?


Spesso tra gli atleti amatoriali, ma non solo, capita spesso di sottovalutare l'importanza dell'alimentazione durante un infortunio articolare, muscolare, ecc., che può avvenire durante fasi di attività sportiva o casualmente nella vita quotidiana di tutti i giorni. Capita spesso di trovarsi davanti ad una distorsione della caviglia o ad una contrattura muscolare dove si cerca di risolvere il problema senza badare a ciò che si mangia durante quei giorni e sottovalutando soprattutto come un'alimentazione adeguata sia in grado di ridurre i tempi di infortunio e di recupero da parte dell'organismo.

Ma facciamo un po' di ordine, l'organismo di per se ha dei meccanismi fisiologici ben precisi e coordinati che consentono di recuperare la funzionalità tissutale in seguito ad un trauma. In generale possiamo dividere il tutto in tre fasi principali:

- fase di infiammazione, la prima risposta dell'organismo ad un trauma è l'infiammazione;

- fase di proliferazione, nella quale i tessuti danneggiati vengono rimossi e cominciano a formarsi nuovi vasi sanguigni sulla base di tessuto cicatriziale ;

- Fase di rimodellamento, nella quale il tessuto cicatriziale viene rimpiazzato con tessuto connettivo e muscolare funzionale.

In tutto ciò un adeguato intervento terapeutico e nutrizionale influenza notevolmente il ripristino della funzione articolare o muscolare danneggiata in precedenza, rendendola talvolta anche più forte.

Ma come intervenire in linea generale dal punto di vista nutrizionale? Nella prima fase, ovvero quella infiammatoria, subito dopo aver subito il trauma, un apporto di omega-3 può contribuire a ridurre lo stato infiammatorio in modo da supportare al meglio la nuova produzione di collagene. Dunque in questa prima fase è fondamentale il consumo di alimenti ricchi di omega-3 come salmone, tonno, alici, ma anche frutta secca, e nello stesso tempo è importante ridurre il consumo di alimenti ricchi di acidi grassi omega-6, che alimentano le fasi infiammatorie concomitanti attraverso la produzione di acido arachidonico. Fonti di omega-6 da evitare sono per esempio l'olio di semi di girasole, l'olio di mais, l'olio di colza. Sono da evitare in questi casi anche cibi ricchi di grassi saturi e grassi trans, come merendine, dolci, brioches, che allungano i tempi d'infiammazione. Inoltre non è consigliabile il consumo di dolci, bevande zuccherate o alimenti ad alto indice glicemico, in quanto i picchi insulinici graverebbero sullo stato infiammatorio; per cui è preferibile il consumo di carboidrati complessi non raffinati come orzo, riso integrale, pane integrale, cereali integrali, di frutta e di verdura.

Sempre in questa fase il consumo di alimenti con proprietà antinfiammatorie e antiossidanti è determinante: a tal proposito cito lo zenzero, la curcuma, l'aglio, il tè verde, il cioccolato fondente. Tuttavia è bene sottolineare che con tutto ciò non bisogna spegnere totalmente il processo infiammatorio, in quanto l'infiammazione di per sé è una risposta dell'organismo inevitabile al fine di dare il via ai processi di riparazione e ripristino di funzione del tessuto danneggiato.

Nelle fasi successive di rimozione e rimodellamento, invece, gioca un ruolo importante il bilancio energetico, in quanto l'organismo richiede più energia per eseguire questi processi riparativi. Evidenze scientifiche confermano come il metabolismo basale durante questa fase aumenti dal 15 al 50%, ragion per cui è importante aumentare l'introito calorico giornaliero.


Mangiare troppo poco può rallentare i processi riparativi per insufficienza di substrati energetici e, molto spesso, si incorre in questo errore anche perché nelle fasi post-infortunio diminuisce l'appetito e di conseguenza il consumo di cibo.


Per cui, specie per gli atleti di alto livello, è necessario mangiare in maniera adeguata durante queste fasi per garantire l'energia necessaria all'organismo per riparare i tessuti danneggiati.

Sempre durante queste fasi sono necessarie Vitamine, in particolare la A e la C, e micronutrienti come Zinco e Rame, che sono un fattore chiave nelle reazioni metaboliche in atto. Da qui il ruolo della frutta, della verdura e di frutta secca come mandorle e noci per garantire l'apporto di tali micronutrienti. Questo è, in maniera molto generale, un esempio di come può influire l'alimentazione nel nostro organismo facilitando o rallentando i processi riparativi in seguito ad un trauma. Ovviamente il tutto DEVE essere accompagnato da un approccio terapeutico multidisciplinare, medici e fisioterapisti eventuali, per garantire al meglio un recupero ottimale dei tessuti interessati.

 

FONTE: http://ptjournal.apta.org/content/87/5/613.1.full http://rheumatology.oxfordjournals.org/content/47/8/1235.abstract http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17503877 http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20597639 http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21135750

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