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  • Dott. Daniele Basta

Frutta e diabete di tipo 2, è giusto limitarne il consumo?


Il diabete di tipo 2 è una delle patologie croniche più diffuse nel mondo e colpisce oggi circa 350 milioni di persone. In tutto ciò un corretto approccio nutrizionale è fondamentale non solo ai fini di prevenzione, ma soprattutto ai fini terapeutici durante il trattamento di questa condizione.


Tra i fattori di rischio principali di questa patologia ricordo familiarità, sovrappeso e obesità, vita sedentaria e soprattutto insulino-resistenza e in tutto ciò la corretta alimentazione, l'attività fisica regolare e lo stile di vita svolgono un ruolo cruciale, trattandosi dei famosi 'fattori modificabili'.


Per quanto riguarda l'alimentazione è strettamente necessario limitare il consumo di alimenti processati ed estremamente sintetici, che oltre ad essere poveri nutrizionalmente (poche vitamine, minerali e antiossidanti), sono ricchi di zuccheri aggiunti, chiamati spesso con nomi differenti, e di carboidrati amilacei, responsabili di elevati picchi insulinici in seguito al loro consumo. Inoltre presentano all'interno acidi grassi trans, meglio conosciuti come oli parzialmente idrogenati che, come dimostrano evidenze scientifiche degli ultimi anni, aggravano notevolmente questo stato patologico. Al contrario, andrebbe, invece, aumentato il consumo di carboidrati complessi integrali, di frutta e di verdura, e in generale di cibo genuino e non processato. La presenza delle fibre è essenziale nel diminuire l'indice glicemico dei pasti, riducendo i tempi di assorbimento dei carboidrati.


Ma come bisognerebbe comportarsi in merito al consumo di frutta in presenza di diabete di tipo 2?


Com’è noto in letteratura scientifica la frutta è una preziosa fonte di composti bioattivi in grado di esplicare attività antiossidante, antinfiammatoria e di migliorare la funzione endoteliale. Inoltre, come evidenziano vari studi, un consumo regolare di frutta è associato ad un ridotto rischio cardiovascolare e ad un minor rischio di alcuni tipi di tumore.

Tuttavia, quando si parla di diabete di tipo 2, ancora molti temono il consumo di frutta, preoccupandosi dei potenziali effetti negativi che questo alimento può avere sui livelli glicemici dell’organismo, a causa della presenza di fruttosio e di saccarosio. Nella frutta però sono contenute anche minerali, vitamine e soprattutto fibre, che contribuiscono a modularne l'impatto glicamico. In effetti, come dimostrano vari studi osservazionali non c’è una correlazione significativa tra consumo di frutta e variabilità dei livelli di emoglobina glicosilata o di glicemia. Restano comunque studi osservazionali, condotti mediante questionari o interviste sulla popolazione in generale e non su pazienti affetti da diabete di tipo 2, dove sarebbe molto più interessante verificare tale correlazione…tutto questo esattamente fino al 2013, data in cui è stato pubblicato uno studio danese molto interessante al riguardo.


In particolare, 63 pazienti, uomini e donne sulla cinquantina, affetti da diabete di tipo 2, sono stati suddivisi in due gruppi: in uno è stato seguito un regime alimentare di restrizione calorica con circa 320 g di frutta al giorno per 12 settimane, di più rispetto al solito; nell’altro gruppo, sempre nel contesto di un regime alimentare di restrizione calorica, sono stati consumati non più di 130 g al giorni di frutta, di meno rispetto alle abitudini alimentari precedenti.


I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nutrition Journal e hanno evidenziato come in entrambi i gruppi si sia verificata una riduzione significativa dei livelli di emoglobina glicosilata, del peso corporeo e della circonferenza, a prescindere dal consumo superiore o inferiore di frutta.


Tutto ciò evidenzia che non c’è motivo in pazienti diabetici, nel contesto di un regime alimentare di restrizione calorica, di ridurre il consumo di frutta, in quanto non influisce negativamente sia sul peso che soprattutto sui livelli glicemici.


Dunque, la frutta è un alimento in grado di conferire importantissimi benefici alla salute e non è da limitare o escludere totalmente anche in condizioni come il diabete di tipo 2.

 

Fonti:

https://nutritionj.biomedcentral.com/articles/10.1186/1475-2891-12-29?fbclid=IwAR0Q9urcWZwn0pWfPmDFU7pET7GQHT7rlQNKEVd3ezBWUVzGmdtRzFqUWgQ

https://www.cambridge.org/core/journals/british-journal-of-nutrition/article/fruit-polyphenols-immunity-and-inflammation/77831C0E09088328CF3148CC61C37A74

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20955648

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2924474/

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