La sindrome metabolica è sicuramente tra le condizioni croniche più diffuse oggi nella società occidentale come la nostra. Questa condizione patologica, sempre più diffusa a causa di scorrette abitudini alimentari, mancanza di attività fisica e stile di vita non salutare, è caratterizzata da massa grassa addominale in eccesso, elevati livelli di trigliceridi, elevati valori di glicemia, ridotti valori di lipoproteine HDL e ipertensione. In tutto ciò, un regime alimentare sano e uno stile di vita salutare svolgono un ruolo rilevante non solo nella prevenzione, ma anche nel trattamento di questa condizione.
Riguardo a quest’ultimo aspetto, la scelta di determinati alimenti può influire ancora più positivamente in patologie croniche come la sindrome metabolica. Ad esempio, come dimostrano evidenze scientifiche, un consumo regolare di mirtilli può apportare molti benefici cardiovascolari contrastando tale condizione.
I mirtilli, Oltre al contenuto di fibre, di Vitamina A, di Vitamina C, di potassio e di folati, i mirtilli sono una ricchissima fonte di antiossidanti, tra cui soprattutto di antocianine, composti che conferiscono a questo frutto il tipico colore blu-viola. Sono diversi gli studi condotti nell’ultimo decennio che hanno evidenziato l’associazione tra l’introduzione di antocianine e una maggiore protezione nei confronti di patologie cardiovascolari, come aterosclerosi e infarto, di alcune forme di patologie tumorali e soprattutto di patologie neurodegenerative come Alzheimer e Parkinson.
Un consumo regolare di mirtilli può aiutare a migliorare le funzioni cardiometaboliche in pazienti con sindrome metabolica.
A dimostrarlo è un recente studio inglese, nel quale sono stati reclutati 115 pazienti sovrappeso e obesi affetti da sindrome metabolica che sono stati divisi in 3 gruppi: un gruppo ha consumato giornalmente 75 g di mirtilli, un altro ne ha consumati 150 g giornalmente, mentre il terzo gruppo, quello di controllo, ha assunto un composto placebo, per un totale di 6 mesi. Durante il periodo di studio sono stati valutati i parametri di insulino-resistenza, i parametri cardiometabolici più rilevanti e i livelli lipidici.
I risultati, pubblicati recentemente sulla rivista American Journal of Clinical Nutrition, hanno evidenziato come il consumo di 150 g di mirtilli al giorno sia associata a miglioramenti significativi delle funzioni vascolari e ad una minore rigidità arteriosa, tanto da risultare in una riduzione del rischio cardiovascolare compresa tra il 12- e il 15%.
Curiosamente gli effetti positivi non sono stati rilevati nel gruppo che ha consumato quantità inferiore di mirtilli; la quantità efficace si è rivelata quella di 150 g, circa una manciata di mirtilli.
Si tratta di risultati particolarmente importanti e questo rappresenta uno dei pochi lavori ad evidenziare tali effetti relativi al consumo di mirtilli in un periodo più ampio, ovvero 6 mesi e in una condizione come la sindrome metabolica.
Tali effetti positivi sono sicuramente riconducibili al contenuto in antocianine di mirtilli che è significativamente più elevato rispetto a quello di altri alimenti del mondo vegetale. Questi composti antiossidanti esercitano, inoltre, effetti positivi sul microbiota intestinale promuovendo la produzione di composti cardioprotettivi e antiaterogeni.
Dunque, in ambito di prevenzione cardiovascolare, i mirtilli si confermano ancora una volta un frutto d’elezione.
Fonti:
https://academic.oup.com/ajcn/article/109/6/1535/5499342