Nonostante siano prodotti dalla stessa fonte, ovvero dalla canna da zucchero e dalla barbabietola da zucchero, è un pensiero ancora molto comune oggi quello di ritenere lo zucchero di canna più salutare e naturale rispetto allo zucchero bianco convenzionale.
Lo zucchero di canna, rispetto a quello convenzionale, si presenta di un colore bruno per la presenza di melassa, una sorta di sciroppo concentrato contenente tracce di vitamine e minerali. Lo zucchero bianco viene raffinato e lavorato ulteriormente per rimuovere completamente la melassa.
Lo zucchero di canna grezzo rispetto a quello di canna convenzionale contiene naturalmente melassa, mentre in quello di canna convenzionale la melassa viene aggiunta separatamente.
Tuttavia, da un punto di vista nutrizionale, grammo dopo grammo si presentano molto simili.
La presenza delle tracce di minerali e vitamine nello zucchero di canna è quasi insignificante.
Entrambi sono composti essenzialmente da saccarosio ed entrambi daranno origine ad una risposta glicemica quasi totalmente identica.
Secondo la scala dell’Indice Glicemico, ovvero una scala da 1 a 100 in grado di misurare l’aumento di glicemia in seguito al consumo di una specifica quantità di alimento rispetto a quella di uno standard, il saccarosio ha un valore di 65.
Su 100 g di prodotto, entrambe le tipologie di zucchero, conterranno un quantitativo quasi uguale di zuccheri semplici, con risposte glicemiche molto simili.
Purtroppo oggi il consumo eccessivo di zuccheri semplici, attraverso alimenti processati, bevande zuccherate, dolci, ecc., è una delle cause alla base degli elevati tassi di sovrappeso e obesità.
Sia lo zucchero bianco convenzionale che quello di canna sono in grado di originare picchi glicemici e conseguenti picchi insulinici in grado di causare nel tempo aumento di massa grassa e danni metabolici all’organismo, spianando la strada alle condizioni croniche moderne.
In presenza di sovrappeso, obesità o di patologie croniche come diabete di tipo 2, lo zucchero di canna NON è una scelta più salutare rispetto allo zucchero bianco convenzionale.
Secondo l’OMS la quantità di zuccheri semplici introdotta giornalmente non dovrebbe superare il 5% dell’introito calorico totale giornaliero.
Una valida alternativa allo zucchero potrebbe essere, ad esempio, la stevia, una pianta originaria del Sud America dalla quale vengono estratti i glicosidi steviolici, ovvero composti dal potere dolcificante, acalorici, in quanto vengono scarsamente assorbiti a livello intestinale, e soprattutto senza alcun effetto sui livelli glicemici.