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  • Dott. Daniele Basta

Quali sono i livelli ottimali di colesterolo?


Viviamo nell’epoca delle patologie cardiovascolari. Queste condizioni sono ormai da anni al primo posto tra le cause di mortalità della nostra società. La comunità scientifica è abbastanza d’accordo sul fatto che la maggior parte degli eventi cardiovascolari sia attribuibile a fattori modificabili come fumo di sigaretta, eccesso di massa grassa, ipertensione, diabete, alimentazione scorretta, inattività fisica e alterazione dei livelli lipidici.


Alla base delle condizioni cardiovascolari i processi “silenti” di aterosclerosi svolgono un ruolo predominante. L’aterosclerosi rappresenta una serie di processi infiammatori degenerativi dei vasi che comporta un irrigidimento delle arterie e la formazione di placche lipidiche che nel tempo aumentano significativamente il rischio cardiovascolare.


Tuttavia nel 2013 veniva pubblicato un lavoro nel quale il Dr. William Clifford Roberts, cardiologo e direttore storico dell’American Journal of Cardiology, affermava in maniera abbastanza convincente come alla base dell’aterosclerosi ci fosse un unico fattore da prendere in considerazione, ovvero il colesterolo in circolo, tutto il resto (come si evince dall’immagine sottostante) lo riteneva secondario.


Lui rimarcava il fatto che in presenza di un colesterolo totale tra i 90-140 mg/dL (valori del tutto impensabili nella società moderna), non esistono evidenze scientifiche che altri fattori come fumo di sigarette, ipertensione, diabete, inattività fisica o obesità contribuiscano alla formazione di placche aterosclerotiche. L’ipercolesterolemia, concludeva, è l’unico rischio diretto di aterosclerosi.


L’unico requisito assoluto per un evento aterosclerotico fatale (o non) è il colesterolo totale ematico > 150 mg/dl.


Tutto questo è stato ripreso una decina di anni fa in un lavoro pubblicato sulla rivista Journal of Lipid Research nel quale veniva rimarcato come i livelli medi di colesterolo nella società occidentale considerati normali , ovvero < 200 mg/dl, fossero in realtà molto al di sopra di quelli realmente “normali”, ovvero < 160 mg/dl, ponendo in questo modo ad alto rischio cardiovascolare gran parte della popolazione. Nello stesso lavoro veniva sottolineato come il dibattito sui livelli di colesterolo ottimali è andato avanti per anni, e da una parte emergeva una sorta di rifiuto ad accettare come la maggior parte della popolazione presentasse effettivamente livelli di colesterolo superiori rispetto alle condizioni normali.


Le lipoproteine LDL, sono proteine a bassa densità, che trasportano il colesterolo in circolo. Vengono definite “colesterolo cattivo” in quanto il colesterolo trasportato dalle LDL è in grado di depositarsi facilmente nelle pareti dei vasi arteriosi e ossidarsi, dando origine nel tempo ai processi infiammatori tipici dell’aterosclerosi.


Nei laboratori moderni si legge spesso come il valore delle LDL è "normale" quando < 120 mg/dl.

In realtà le evidenze scientifiche abbastanza chiare dimostrano come il livello normale fisiologico di LDL è compreso tra 50 e 70 mg/dl. Al di sopra di questi valori possono iniziare a svilupparsi processi aterosclerotici.


Nei neonati in salute i livelli di LDL sono tra 30 e 70 mg/dl. Gli adulti 50-70 mg/dl. È la nostra natura, o perlomeno è come dovrebbe essere. Sottolineo anche come oggi l’uomo sia l’unico tra i mammiferi con un livelli di LDL superiori a 80 mg/d e valori di colesterolo totale maggiori di 160 mg/dl. Questi sono valori oltretutto tipici di popolazioni indigene dell’Africa o dell’Amazzonia dove d’altronde le condizioni cardiovascolari sono del tutto inesistenti. Esiste una correlazione diretta tra valori di LDL > 70 mg/dl e rischio cardiovascolare.



L’aterosclerosi potrebbe definirsi una condizione endemica nella nostra popolazione (ovvero una condizione costantemente frequente) anche perché l’uomo medio in sovrappeso o obeso presenta livelli di LDL circa di 130 mg/dl, quasi il doppio del valore fisiologico accettabile.

Esiste un motivo per cui le autorità sanitarie consigliano di avere livelli di LDL < 120 mg/dl: nonostante sia abbastanza evidente che i livelli di colesterolo siano ottimali nel range 50-70 mg/dl, l’intervento clinico-farmacologico richiesto poiché tutta la popolazione raggiunga determinati livelli è troppo oneroso economicamente per il sistema sanitario.


Altra ragione per cui le autorità non spingono più di tanto a ridurre le soglie ottimali è perché le persone potrebbero sentirsi frustrate, in quanto non in grado di mantenere tali livelli in una società obesogenica come quella moderna. Ma probabilmente è molto più frustrante non essere informati correttamente al riguardo.


Ma ricordo come non sono soltanto i farmaci in grado di influire sul colesterolo totale e su quello “cattivo”, ma esiste alla base un regime alimentare sano. Evidenze dimostrano come correggere le proprie abitudini alimentari scorrette, basando la propria dieta su scelte prevalentemente vegetali, e iniziare a praticare un’attività fisica regolare siano fattori in grado di influire significativamente sulla riduzione dei livelli di colesterolo e svolgere un ruolo determinante nella prevenzione delle condizioni cardiovascolari.


 

Fonti:

https://www.ajconline.org/article/S0002-9149(98)00715-2/fulltext

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